Ci avete volato, o vorreste conoscerla



Nova Pheron
prova in volo






Gonfiaggio e decollo
La Pheron sale tutta insieme, un blocco unico, sicura, senza esitazioni.

Viene quasi da dire che le mani del pilota e l'accompagnamento della vela in posizione siano un optional sul Pheron, che di fatto fa da sè.

Gli ex allievi di parapendio di qualche anno or sono si commuoveranno fino alle lacrime pensando a quanto hanno dovuto faticare, loro, mentre chi inizia oggi può prendersi il privilegio di ali come il Pheron.

II decollo è fluido e avviene in pochi passi.

Volo lineare e gamma di velocità
In volo, la Nova Pheron è un'ala semplice ma gradevole.

Del tutto priva di intercentine diagonali, sembra voler dimostrare con un po' di snobbismo che certi tecnicismi non sono necessari per costruire un'ala di successo.

E' presente invece un irrigidimento in tessuto rigido in corrispondenza del fascio D, per assicurare la tenuta trasversale del profilo.

Il suo allungamento supera di pochissimo i 5 punti mentre i 5,2 di molte ali iniziali corrisponde nè più nè meno all'allungamento di alcuni intermedi avanzati di un paio di anni fa.

Anche il numero dei cassoni, 39, è tutt'altro che eccessivo.

Forse che la Nova voglia privilegiare la sicurezza alle prestazioni?

Certo, verrebbe da dire, vista la categoria dell'ala.

Ma si sa, nel mondo del parapendio, nulla è scontato.

Intanto, cominciamo con il constatare che l'ala è tutt'altro che "pacioccona", almeno in quanto ad aspetto in condizioni di volo.

Il logo rappresenta un volatile stilizzato sull'intradosso, ed è gradevole alla vista sia per chi ama le ali grintose sia per chi privilegia la sobrietà.

Il comportamento sugli assi è classico, con un ottimo ammortizzatore sul beccheggio e un rollio più tollerante, che lascia spazio a manovre anche repentine senza togliere alcun piacere dal volo.

Le prestazioni sono in linea con lo "stato dell'arte parapendistica", con un buon risultato di 46 km/h ad acceleratore premuto, ma soprattutto con una velocità minima intorno ai 18 km/h, raggiungibili posizionando le mani in prossimità dell'asse di seduta e imprimendo ad ogni comando una forza di circa 8 kg.

La possibilità di stallo involontario è scarsa anche se il pilota è un neofita totale, non tanto per lo sforzo richiesto, che non è eccessivo, ma per la chiarezza dei messaggi che inviano sia i comandi che l'ala stessa.

L'efficienza si aggira intorno agli 8 punti, raggiungibili ad una velocità molto prossima alla massima.

Virata
La virata è semplice, e qualche pilota uso ad ali di qualche anno addietro ancora si stupirà di scoprire che l'equazione ala facile=comandi fisici ormai è decisamente superata.

I comandi del Pheron sono morbidi quanto basta e la virata si innesca immediatamente, brillando per modulabilità e per una buona dose di precisione.

L'ideale, con questa ala è metterci un po' di pilotaggio attivo, per contrastare la tendenza ad ammortizzare un po' i movimenti di rollio.

Per un power flyer, anche alle prime armi, anzi soprattutto se è alle prime armi, il Pheron è davvero un'ala alla quale non si potrebbe chiedere di più.

Volo in termica e in dinamica
La Pheron è decisamente un buon risalitore di termica. La traiettoria rimane sempre precisa e modulabile, anche se non proprio dotata di quella precisione "chirurgica" che si ritrova su alcune sorelle maggiori.

Sono comunque lontani i tempi in cui erano solo le vele impegnative ad avere il privilegio di risalire le ascendenze.

Alla Pheron non manca niente soprattutto non fa difetto un'invidiabile sensazione di confidenza immediata che consente di "osare".

Una certa tendenza ad "appiattire" le virate si contrasta facilmente con minimo di pilotaggio attivo.

In compenso il galleggiamento rimane ottimo anche in condizione di virata, patto di non accentuare troppo inclinazioni!

Turbolenza
Semplicemente ideale.

Difficilissimo provocare le chiusure sia che ci si impegni affrontando condizioni aerologiche decisamente turbolente che afferrando un elevatore con le mani.

La sensazione è di di avere sopra la testa due semiali, non un'ala "tutta d'un pezzo", che resiste come poche alle chiusure.

Che ci sia zampino di quel rinforzo longitudinale lungo il fascio D?

0 è semplicemente il risultato di una progettazione ben riuscita?

Atterraggio
Lo stallo è progressivo e sapientemente calibrato al 100% di trazionatura.

Nessun pensiero, dunque, per possibili brutte figure.

In caso di assenza totale di vento, si consiglia di anticipare semplicemente la manovra di qualche secondo.

Chiusura asimmetrica
La reazione è sempre stata assoluta mente buona.

Anche nelle chiusure più imponenti, non si fa in tempo guardare in alto e l'ala ha già ritrovato la sua forma naturale.

In tutto è difficile che ruoti per più di 90° - 120° circa.

Rimanere in volo lineare, per chi ha studiato il capitolo del manuale di volo libero sul comportamento da tenere in caso di chiusura, è un gioco da ragazzi.

Sempre patto che il Pheron non si sia già riaperto senza dare al pilota nemmeno il tempo di intervenire!

Wingover
La progressione nelle pendolate è buona fino ai 45° circa, dopodichè prevale la prudenza, almeno nell'ottica dei progettisti, e il Pheron tende a cercare di ritornare ad un assetto di volo più "classico".

Con lo spostamento del peso nella selletta, tuttavia, si può arrivare e superare la linea dell'orizzonte sempre in grande sicurezza, ma è una bella fatica!

Orecchie
Elementare l'esecuzione, con l'ormai consueta bretellina.

Si scende ad un tasso decisamenete buono, -4,5 m/s, sufficiente perfino da consentire la fuga da qualche ascendenza divenuta fastidiosa.

Come si conviene ad un'ala adatta anche ai neofiti, la riapertura è automatica e immediata al rilascio della bretellina.

Spirale
L'ingresso è progressivo e la discreta maneggevolezza sul rollio consente di eseguirlo anche partendo da una virata innescata.

In mezzo giro ci si trova in configurazione stabile.

Il tasso di caduta non è elevatissimo, -8 m/s, ma la manovra è sicura e alla portata di tutti.

Oltretutto, visto che la preoccupazione di ogni pilota in spirale è sempre l'uscita, diremo che qui non c'è nemmeno bisogno di controllo; se abbandonato a se stesso, il Pheron pendola dalla parte opposta senza chiusure e ritrova immediatamente e spontaneamente l'assetto di volo lineare.

Stallo di "B"
Anche in questa configurazione nessun problema, eccetto forse una certa delicatezza della calotta durante la configurazione, che tende a seguire gli eventuali movimenti aerologici manifestando qualche cambiamento mprevisto di traiettoria.

Si scende a -7,5 m/s e l'uscita è garantita sempre assente da problemi, almeno in aria calma.

Conclusioni e consigli di utilizzo
E' veramente difficile trovare difetti ad un'ala come il Nova Pheron.

Semplice costruttivamente e anche nel pilotaggio, basta volarci per avere la sensazione di non avere mai fatto altro che risalire termiche con un Pheron sopra di sè.

Facile, intuitiva, molto sicura.

Resistente alla chiusura, nel caso dovesse proprio farlo comunque la riapertura è talmente veloce da non consentire a molti neppure di rendersi conto di quanto succede.

Le prestazioni consentono di risalire facilmente le termiche, la stabilità tranquillizza anche i più pavidi... i voli diventano più lunghi, e si comincia a pensare ai cross... ma chi l'ha detto che non si possono fare cross con un DHV 1?

Ciliegina sulla torta, si scende a quasi -5 m/s con l'elementare manovra delle orecchie.

Viene solo un dubbio: siamo di fronte, con ali come questa, al futuro del parapendio?



IN... E OUT...
(+) Facilità e confidenza
(+) Sicurezza
(+) Orecchie
(+) Chiusure
(-) Dà il meglio con pilotaggio attivo





La prova in volo è stata effettuata dall'équipe di D&P nel periodo dal 15.3.2002 al 10.4.2002. Sono state effettuate un totale di 5,5 ore di volo da n. 2 piloti.
Testo: Mauro Grimoldi
Rilevazione dati: Luca Dabbene
Foto: Dante Porta