Ci avete volato, o vorreste conoscerla



18 vele per me posson bastare
Delta & Para n° 117 dicembre 2001


Un'ala iniziale non è e non deve essere pensata per fare del cross o dell'acrobazia.

Deve essere sicura e semplice da gestire e la sua costruzione deve assolutamente rispettare questi parametri.

Deve altresì avere un'elevata escursione dei comandi e consentire anche ai più "smanettoni" di non avere problemi.

Queste scelte possono andare ad intaccare le prestazioni o la precisione di pilotaggio (leggi maneggevolezza), ma non sono certo queste le caratteristiche richieste in prima battuta a vele destinate ai piloti meno esperti o ai praticanti meno assidui.

Abbiamo provato a mettere a confronto una serie di vele che le aziende hanno messo sul mercato negli ultimi due anni e che, nell'intenzione, sono dedicate a chi inizia o a chi vuole un mezzo che gli consenta di volare nella prima fase di progressione della propria attività.

Bene, facendo una prima analisi di quanto è emerso, dobbiamo dire che in questo gruppo di vele c'è proprio di tutto, nel senso che siamo sicuri che ciascun pilota sarà in grado di trovare soddisfatte le proprie individuali esigenze di prezzo, caratteristiche tecniche, gestibilità, prestazioni (limitatamente al livello di appartenenza dei mezzi).

Certo, abbiamo anche trovato qualche "cancello" che non è certo il massimo in maneggevolezza, ma possiamo dire che la quasi totalità ci ha divertito e molte possono essere considerate per un'ampia fascia di piloti più un punto d'arrivo che uno di partenza (la nostra indicazione di riferimento di ciascun mezzo la troverete nella tabella riassuntiva). Un discorso a parte va fatto sugli ultimi modelli che si stanno affacciando sul mercato (alcuni già visti in questi ultimi dodici mesi); si tratta di una vera rivoluzione generazionale che, pur partendo da questo livello e spesso mantenendo le caratteristiche di sicurezza e facilità d'uso, permette però di offrire prestazioni di livello decisamente superiore.

Tali prestazioni richiedono però, per la loro gestione da parte del pilota, un'esperienza maggiore, che può essere costruita in totale sicurezza solo partendo da modelli decisamente più facili.

Nella carrellata troverete anche qualche mezzo un po' "datato", le cui caratteristiche sono però per noi tali da renderlo ancora attuale in questo contesto e riferimento per quanto riguarda le vele per cominciare.


L'omologazione
Abbiamo di fatto preso in considerazione vele omologate DHV 1, 1-2 e Standard.

Questo livello di omologazione viene ormai considerato dai piloti e dagli addetti ai lavori come un livello che garantisce una sicurezza molto elevata, quasi assoluta, nella più parte delle situazioni di volo.

Sarà perciò utile un chiarimento: la sicurezza è "sempre" un concetto relativo quando si parla di volo libero, e per relativo intendiamo che si riferisce al tipo di utilizzo ed alle condizioni di utilizzo.

Gli stessi protocolli di omologazione sono infatti realizzati secondo standard atmosferici precisi e in base ad esecuzioni schematiche.

Tutto questo per dire che non esiste una sicurezza assoluta e non c'è nessuna omologazione che potrà mai stabilire un parametro simile; accettare questo fatto è la condizione essenziale per poter praticare il volo libero.

Va tuttavia considerato che l'omologazione presa a riferimento (in particolare il DHV 1 e 1-2) è già un'elevata garanzia di sicurezza e fornisce alcune certezze sui mezzi che ci possono aiutare nella nostra scelta.

A testimonianza di quanto detto sopra, ci siamo dilettati durante i test a provare qualche situazione particolare anche sulle vele ritenute più stabili.

Il risultato è stato che diversi mezzi escono dallo stallo totale con rientro non controllato dal pilota in modo violento ed impressionante, altri rimangono in configurazione dopo il rilascio di viti particolarmente esasperate (cosiddette viti autostabili) e ne escono solo con l'intervento del pilota.

Certo, queste situazioni sono state create ed esasperate volutamente, mentre sono di difficile accadimento nel volo normale, anche perchè tutti questi mezzi hanno i comandi che si induriscono progressivamente e con una elevata escursione e quindi arrivare accidentalmente allo stallo totale è pressochè impossibile.

Per quanto attiene alla vite, l'autostabilità si ottiene mediamente attorno ai -15 m/s di tasso di caduta, valore che difficilmente viene raggiunto in una vite ordinaria.

Tutto questo per riaffermare che sotto la vela deve esserci sempre il pilota, che con le sue azioni può determinare situazioni di sicurezza o di pericolo.

Una buona preparazione didattica di base, un'esperienza progressiva fatta nel tempo con mezzi adeguati e possibilmente con corsi di perfezionamento e approfondimento, sono gli elementi fondamentali della sicurezza.

Oggi il mercato offre infinite e variegate possibilità come potete vedere in questa presentazione che è tutt'altro che esaustiva; qui potrete trovare alcuni suggerimenti, esaminateli con attenzione, ma nella scelta fatevi consigliare anche dal vostro istruttore.

Buon divertimento.


Avance Alpha 2
E' la seconda serie di un progenitore lontano e sul suo biglietto da visita reca DHV I.

Tutto lascerebbe pensare ad una vela da scuola, almeno fino all'ineccepibile gonfiaggio, ma poi si fanno alcune scoperte.

L'Alpha vira rapido ed è assolutamente sensibile sul rollio.

Il beccheggio "fermo" garantisce quella fondamentale sensazione di stabilità che non può mancare su un'ala come questa, ma è tuttavia un'ala divertente, dalla virata superinclinata e precisa, che in una termica non debolissima può sempre dire la sua anche grazie anche alla tranquillità di una notevole pressione interna.

Trasmette al pilota più sensazioni di quanto ci si aspetti, cosicchè è facile centrare il "core" di una termica medio-forte e divertirsi con l'ala disposta quasi "a coltello" in una virata mozzafiato al limite della vite!

Inutile dire che l'innesco di vite è quanto di più elementare si possa pensare.

Per quanto riguarda le altre manovre, bisogna considerare che, con quella pressione, le chiusure, le orecchie e anche lo stallo di B sono sono elementari da innescare.

Le rifiniture sono caratterizzate dal perfezionismo tipico Advance.

Una bella vela, esteticamente e a livello di finiture ineccepibile.

L'Alpha è elementare nella manovre basiche ma è anche un gran bel "giocattolone", che fa senitre sicuri mantenendo una grande mobilità sugli assi.

Sicuri anche grazie a quell' 1 in omologazione che è sempre una garanzia.

E' un'ala con un suo carattere, con una marcia più in tutte le voci "sicurezza" e una propensione a perdonare gli errori.

Oltre, ovvio, a qualche metro di quota in più da mettere in conto quando si vira.

In ogni caso, un'ala che convince, tranquillizzante eppure divertente come poche.


Airwave Logic
Il Logic nasce con un'ambizione: quella di fornire il massimo della sicurezza possibile affiancato ad un pilotaggio confortevole ed efficace.

L'omologazione DHV ha pronunciato il verdetto "1" in tutte le manovre, testimoniando la tranquillità e sicurezza del mezzo.

Del resto, il Logic con i freni trazionati di ben 70 cm continua a volare e anche questo, parlando di sicurezza, non è certo poco.

La stabilità qui viene preferita al parametro di sensibilità sugli assi, la fermezza della calotta in turbolenza ne fa una vera regina della sicurezza in volo.

Il volo in condizioni diventa, con il Logic, un paradiso di tranquillità e serenità.

Un beneficio inaspettato consiste inoltre nella relativa leggerezza dei comandi, che consentono a chiunque di poter rimanere in volo un paio d'ore senza accusare una paresi degli arti superiori dopo lo stallo di atterraggio.

Ineccepibile il comportamento nella manovre inusuali, a patto di stare attenti a non esagerare nella vite, che tende a trovare una sua stabilità oltre i -14 m/s.

Si tratta di una della ali più sicure in assoluto della nostra prova comparativa; la stabilità sugli assi si sposa qui con l'ineccepibile comportamento nelle manovre basiche.

Il tutto senza dimenticare soluzioni costruttive raffinate, come le celle a chiusura alternata nella parte terminale dell'ala e il sistema di intercentine.

Insomma: un'ala appositamente studiata per dare il massimo della sicurezza a chi inizia, con il beneficio aggiuntivo di una sensazione di grande confidenza e con dei comandi sufficientemente morbidi da solleticare i risalitori di termica.

Il Logic è davvero un'eccellente soluzione per chi si sta avvicinando al volo per la prima volta.


Apco Allegra
L'Allegra è un mezzo che si inserisce ottimamente nella tradizione di prodotti di qualità cui la casa israeliana Apco ci ha abituati.

E' un mezzo dalla costruzione accurata, ben ammortizzato sugli assi e caratterizzato da un alto livello di sicurezza generale.

Il comportamento in turbolenza, in particolare, è molto rassicurante anche per i piloti meno esperti.

Nessuna chiusura asimmetrica, simulata o non, ha mai messo in crisi l'Allegra.

L'escursione dei comandi piuttosto limitata e la leggerezza degli stessi alla trazione rendono l'Allegra una vela simile in questa caratteristica a mezzi di livello tradizionalmente "superiore".

E' anche vero che queste caratteristiche di ala sensibile e un po' "pepata" creano qualche grattacapo nell'affidare questo mezzo a piloti alle prime armi, che potrebbero commettere errori di valutazione e rischiare qualche stallo simmetrico o asimmetrico, che viene pur preannunciato con largo anticipo dalla vela.

In compenso le prestazioni ed in particolare l'efficienza, sono ai vertici della categoria.

La virata sembra piuttosto lenta, a sensazione, cosicchè in termica l'Allegra dà il meglio di sè quando viene `lasciata volare" usando più lo spostamento del peso nella selletta dei freni per innescare la virata.

I comandi sono leggeri e l'escursione è piuttosto limitata: se ne deduce un comportamento divertente e sportivo.

Le prestazioni sono molto, molto buone specie in rapporto all'omologazione.

L'Allegra è a tutti gli effetti una vela intermedia, sia per prestazioni che per pilotaggio.

Se è scelta come vela da piloti già con un minimo di esperienza, verrà sfruttata al meglio regalando il massimo delle soddisfazioni.

Il livello di sicurezza che possiede lo dimostra nella stabilità sugli assi e nella reazione alla chiusura asimmetrica, davvero sana anche nelle simulazioni più ardite.


Edel Control
In volo, il Control non fa sicuramente pensare ad una vela scuola, con il suo rispettabile valore di 4,7 di allungamento; anche se la corsa dei comandi è stata calibrata per perdonare gli errori dei piloti alle prime armi, la vela è sensibile alla loro trazionatura e mostra una mobilità sull'asse di rollio inusuale su vele di questo genere.

Lo si sente bene in virata e ancor più in termica, dove è bene imparare a calibrare l'intervento con i freni, magari interagendo con lo spostamento del peso nell'imbrago.

Massimo divertimento quindi, anche perchè siamo comunque di fronte ad una vela ipersicura: stalla ben oltre il 100% di trazionatura dei comandi e con uno sforzo tale da rendere assai improbabile un negativo non voluto, decolla e atterra perfettamente, trasmette i messaggi aerologici ma è stabile in beccheggio, perdona molti errori e quando si tratta di chiusure... anzitutto è altamente improbabile che si verifichino e comunque verrebbero velocemente risolte.

Per scendere veloci, una bella vite dall'innesco elementare e dall'esecuzione pulita; molto ficiso invece lo stallo di B.

Il Control è sicuramente un mezzo che richiede un minimo di apprendistato prima di lanciarsi nelle prime turbolenze, proprio per imparare che i movimenti della calotta sono segnali preziosi che la vela ci invia; ma è anche un mezzo che ci ricorda, con il suo DHV 1, che la sicurezza non ci abbandonerà.


Firebird Matrix
Iniziamo dai dati tecnici: 70 cassoni per un allungamento di 5,12 ci presentano una DHV 1-2 che appare costruita per il divertimento puro forse più che per affrontare le prime planate.

In effetti, il range operativo dei freni è limitato e, anche se l'ala stalla a 60 cm di trazionatura, non se ne utilizzano di fatto più di una quarantina nel volo "normale".

I movimenti dell'ala si innescano tutti utilizzando una semplice pizzicata di freno.

La sensazione trasmessa dall'ala è quella del controllo totale; qui il power fly è un optional non certo indispensabile.

Impressionante la virata, in particolare per un valore di sensibilità notevole, che porta l'ala ad una virata rapidissima e inclinata con solo 4 kg di trazionatura applicati al comando interessato.

In termica, la quantità di messaggi che pervengono al pilota è piuttosto consistente, a pone il Matrix al limite della ali "volabili" da un pilota all'inizio della carriera.

Nelle manovre, la vela eccelle quando si richiede una mobilità sugli assi superiore alla media, come nell'innesco di vite e nei wing-over, davvero spettacolari.

In più, la bontà generale delle reazioni induce a guardare con comprensione agli "stravizi" di questo cavallo di razza del volo iniziale.

Ci vuole propensione e una scuola determinata a seguire i "suoi" rampolli in odore di brevetto per una buona cinquantina di voli per arrivare al Matrix, ma non che vengano a mancare le soddisfazioni, poi.

Il controllo dei movimenti della vela è da ala avanzata, senza tuttavia l'impegno e le preoccupazioni che sperimenta chiunque voli sotto "mostri" del genere.

Il Matrix è più bonario di quanto appaia, e qualcosa perdona anche lui... però in genere chiede al pilota di sapere comprendere quello che gli succede intorno, e qualche volta anche di intervenire.

In cambio, sa risalire termiche come un rapace e nulla la differenzia da ali caratterizzate da omologazioni meno lusinghiere.

Il comportamento nelle manovre inusuali sta lì a dimostrare la bontà del progetto.

Per neobrevettati dotati di sensibilità, motivati al volo, con una vocazione nettamente sportiva.


Flying Planet Astair
E' un'ala iniziale, dal gonfiaggio elementare e tranquilla e superstabile in volo.

Sugli assi non si lascia scomporre, è dotata di movimenti più che intuitivi sul beccheggio, mentre sul rollio è appena più sensibile, quel tanto che basta per ottenere un pilotaggio redditizio e gradevole.

I comandi sono regolati in modo da avere una quindicina di centimetri di gioco, che fanno la tranquillità di ogni istruttore di volo, dopodichè agiscono in modo progressivo fino allo stallo, che avviene intorno al 100% di trazionatura.

In virata, L'Astair mostra un comportamento globalmente sicuro, con un'entrata in configurazione inclinata e veloce (che allontana il rischio del negativo) ed una successiva tendenza all'appiattimento per ottimizzare così il rateo di discesa.

Ammortizzata la trasmissione dei messaggi aerologici in turbolenza e subito risolte le (del resto improbabili) chiusure.

Le prestazioni sono discrete, anche se non particolarmente brillanti, con un efficienza tuttavia decisamente soddisfacente. L'Astair raggiunge perfettamente il suo scopo, quello di accontentare coloro che cercano sicurezza totale: benissimo per chi inizia, un giocattolone per chi già vola ed è stanco di preoccuparsi!


Gin Gliders Bolero
Un gonfiaggio impeccabile in ogni situazione è il primo biglietto da visita del Bolero; la buona impressione iniziale non cambia in volo, perchè ci si sente sicuri e tranquilli.

Riguardo alle prestazioni, nulla da eccepie: l'efficienza è molto buona, i movimenti sugli assi accentuati ma senza esagerazioni e ciò, unito ad una scarsa tendenza alla chiusura, permette anche una certa spettacolarità nelle manovre.

La virata è piacevole, con un'inclinazione equilibrata in modo da mantenere un tasso di caduta accettabile e al tempo stesso un buon margine di sicurezza.

Se si vuole scendere veloci, nessun problema con il Bolero; basta trazionare un po' più del solito un comando per innescare una vite ditutto rispetto.

La tendenza ad autostabilizzarsi in configurazione è scarsa e l'uscita relativamente tranquilla, anche se è gradito un minimo intervento del pilota.

Per quanto riguarda le velocità, abbiamo un range operativo di tutto riguardo, oltre 20 km/h tra la velocità massima e la minima; quest'ultima è anche una tra le più basse riscontrate nelle vele di questa prova.

I comandi possiedono una notevole escursione totale, il che permette al Bolero di perdonare più di uno sbaglio; se si vuole ottenere lo stallo, bisognerà andare oltre il 100% della trazionatura e anche fare un giro di freni sulle mani.

L'innesco dello stallo asimmetrico o della vite negativa sono dunque da considerarsi eventi rari e improbabili.

Il Bolero rappresenta un'ala iniziale che ha tutte le carte in regola per essere apprezzata dai piloti alle prime armi così come da quelli di media esperienza che non vogliono davvero grattacapi durante il volo.


Gradient Onyx
In gonfiaggio e in decollo, l'Onyx ha la stabilità e la facilità delle migliori vele iniziali.

In volo, i comandi appaiono subito ben calibrati e la reazione dell'ala al loro azionamento è sempre pronta e decisa.

I movimenti sugli assi - l'Onyx si muove in modo fluido sia sul beccheggio che sul rollio - ci danno la misura del tipo di utilizzo che si può fare di quest'ala e del suo utente potenziale, che non dovrebbe essere proprio un neofita.

Anche per questo sorprende poi scoprire una velocità minima davvero bassa, segno inequivocabile di un livello di sicurezza ragguardevole.

Il range totale di velotià di quest'ala è di ben 25 km/h totali, decisamente tra i più elevati riscontrati fra le vele prese in considerazione.

La virata è estremamente modulabile e non è necessaria una forza "erculea" per trazionare il comando, salvo quando ci si avvicina alle velocità minime, dove lo sforzo aumenta decisamente.

Grazie alla maneggevolezza non è quindi necessario il pilotaggio attivo per trovare soddisfazioni con l'Onyx, semmai bisogna imparare a dosare bene i comandi.

Se per molti versi l'Onyx sembra una vela di livello diverso da quello cui realmente appartiene, la reazione alla turbolenza e soprattutto l'assenza di tendenza alla chiusura sono decisamente rassicuranti.

La vela si muove, trasmette segnali al suo pilota, ma anche se questi si distrae e non interviene, la chiusura resta un evento raro.

Se invece vogliamo scendere velocemente, possiamo scegliere tra una vite dall'innesco elementare e dal tasso di caduta ragguardevole (che necessita di un minimo di controllo all'uscita, soprattutto se vi siete fatti prendere troppo la mano) o uno stallo di B che fa registrare oltre -8 m/s.

L'Onyx è dunque un mezzo ambivalente, che unisce un gonfiaggio elementare, una bassa velocità minima ed un range operativo dei comandi da ricordare, ad una sensibilità sugli assi che fa propendere il suo utilizzo ad un pilota non proprio alle prime armi, che potrà trarme molte soddisfazioni dimenticando le preoccupazioni.


Indipendence Dragon
L'ala si caratterizza per un pilotaggio gradevole ed intuitivo, costruito sulla stabilità di beccheggio abbinata alla sensibilità sul rollio, caratteristica comune delle ali che trasmettono un "friendly feeling".

Ottime le prestazioni, con quei 50 km/h di velocità massima che sono tutt'altro che da disprezzarsi per un'ala di questa categoria.

La corsa utile dei freni non è delle più ampie, ma del resto il Dragon non è vela che si lasci relegare all'uso esclusivo come "vela scuola" ma aspira a seguire i piloti per tutta la loro carriera.

Molto gradevole anche la virata, il cui maggior pregio è una modulabilità eccellente che consente cambi di direzione calibrati e precisi.

Il "dragone" si rivela in realtà un animale mansueto e docile come un gattino.

A questo punto, la risalita in termica diventa facile per tutti, viste le prestazioni dell'ala e le prerogative della virata.

Tra le manovre inusuali, occorre sciorinare un paio di applausi sentiti: uno va al wing over, inclinatissimo e sicuro; il secondo va ad una chiusura asimmetrica che sembra volere scatenare una rotazione paurosa ma che in realtà non scatena altro che... la riapertura immediata dell'ala senza neppure cambiare la traiettoria di un grado!

50 km all'ora, una sensibilità sul rollio che resta notevole senza spaventare nessuno, consentendo però viti e wing over da brivido, una virata che ha pochi rivali in quanto a modulabilità e precisione.

Certo, il Dragon richiede un po' di esperienza; non vi si può accedere del tutto digiuni dai rudimenti del volo e dall'avere acquisito un minimo di sensibilità sui comandi.

Tuttavia, le manovre basiche particolarmente facili consentono l'avvicinamento anche da parte dei neofiti; il buon comportamento in situazioni anomale ci testimonia riguardo la sicurezza generale del progetto.

L'unico difetto del Dragon è talmente diffuso che lo possiamo considerare un peccatuccio veniale, di fronte a tante virtù: uno stallo di B non proprio facile da eseguire e mantenere.


Mac Para Diva
Il Diva è un'ala senza compromessi, nel senso che fa della sicurezza il suo punto di forza indiscusso.

Lo si vede subito, a partire dal gonfiaggio a prova di neofita, ma anche dal range operativo dei comandi superiore al 100% e dalla stabilità sugli assi.

La virata del Diva è equilibrata, nell'inclinazione e nel raggio.

I valori di maneggevolezza e sensibilità dimostrano il suo globale equilibrio; lo spostamento del peso del pilota nella selletta consente un discreto aumento dell'inclinazione e una contemporanea diminuzione del raggio di virata.

Il Diva è una vela adattissima ai primi voli in termica; l'assenza di preoccupazioni permetterà al pilota di sfruttare bene qualunque situazione.

Il pilota più sensibile apprezzerà i messaggi aerologici che il Diva trasmette attraverso il movimento della calotta e la pressione sui comandi.

Globalmente una buona reazione alla chiusura asimmetrica, all'altezza di un'ala iniziale che non deve aver bisogno delle manovre del pilota per ritrovare il volo lineare.

I difetti sono difficili da individuare: forse la vite, un po' dura in entrata e all'uscita, ma solo quando si esagera.


NOVA CARBON
Nel gonfiaggio ci possiamo anche dimenticare degli elevatori.

Ed è solo il primo segnale di un comportamento in volo davvero degno di un'ala più che adatta a tutti gli utilizzi.

L'omologazione DHV 1-2 distingue il Carbon in modo nettissimo da qualunque vela da scuola.

Non bastasse il nudo dato tecnico, si può sempre citare una velocità massima di 47 km/h e un'efficienza decisamente più che sufficiente ad affrontare qualunque traversone.

Questo parapendio è stato paragonato a quegli sci da "carving" che scivolano sulla neve in una maniera efficacissima ma molto particolare; è vero anche per la virata del Carbon, che va conosciuta per dosare bene il peso del pilota e la trazionatura del comando al fine di ottenere le "performances" migliori.

Al principio la tendenza all'inclinazione si trasformerà spesso in un eccesso di perdita quota in termica; non appena compreso il comportamento si otterrà dall'ala la precisione desiderata senza ulteriori perdite di quota nè di precisione della manovra.

In condizioni, la quantità di messaggi inviati al pilota è media, e l'ala richiede nell'affrontare le turbolenza una buona collaborazione tra mezzo e "fattore umano".

Nelle condizioni di volo più particolari, segnaliamo gli ottimi wing-over ma anche un'uscita un po' pigra tanto dalle spirali più strette quanto dagli stalli di B.

Il Carbon è una vela che convince e lo diciamo chiaramente.

Le rifiniture ottime sono un biglietto da visita ideale per un mezzo divertentissimo e ricco di personalità.

Non sarà un minimo di lentezza in uscita dalle principali manovre di perdita quota a dissuaderci dalla generale impressione di divertimento suscitata da questa Nova.

Il paragone con gli sci da "carving" è azzeccato; il rovescio della medaglia è che il Carbon va conosciuto per essere sfruttato al meglio; ma dopo, che goduria quel mix di sensibilità sugli assi, prestazioni e una tale sicurezza da poter consigliare quest'ala anche a chi inizia, purchè abbia, si intende, una certa propensione per il pilotaggio dei parapendio.


OZONE ELECTRON
L'Electron si colloca a metà strada tra le ali iniziali e quelle di categoria intermedia, si tratta cioè di un mezzo che ambisce ad accompagnare un pilota non troppo pretenzioso per la sua intera carriera di volo, o quanto meno fino alla naturale usura dei materiali di cui è fatta l'ala.

L'Electron è un'ala che regalerà soddisfazioni impagabili ai neofiti, ma che non mancherà di soddisfare anche quei piloti che decollano con il puro desiderio di volare, senza preoccupazioni ma divertendosi quanto più possibile.

Tutto è equilibrato e ben fatto sull'Electron: manovre basiche semplici quanto ci si può attendere da un mezzo per neo-piloti, ma anche grande sicurezza nel volo in termica e perfino nelle principali manovre di perdita quota.

Il maggior pregio dell'Electron è una maneggevolezza di tutto rispetto, accompagnata oltretutto da un'efficienza di livello totalmente elevato che diventa difficile trovare delle sbavature in un mezzo siffatto.

Bene anche il livello di sicurezza, il comportamento in chiusura e l'efficacia della perdita quota di fronte ad ascendenze troppo irruenti.

Forse un piccolo neo si può riscontrare nel fatto che la velocità massima sia di qualche km/h inferiore ad alcune vele intermedie, o forse va anche ricordato a qualcuno che se si fa la vite a -15 m/s occorre aspettare qualche secondo prima di uscire dalla configurazione.

La verità è che sono inerzie di fronte ad un mezzo "tranquillo" che ci ha convinti e divertiti.


PARADELTA BOMBER
Un mezzo decisamente gradevole è questa neonata della casa parmense, dotata di alcuni prerogative di spicco.

Il Bomber è un'ala intermedia dotata di una tale semplicità nelle manovre basiche da potere essere adottata anche da un pilota alle prime armi.

A proposito di armi, quelle del nostro "bombardiere" consistono in un gonfiaggio a prova di superneofita (colui che apre per la prima volta una sacca contenente una vela), un acceleratore facile da tirare, uno stallo ben calibrato sia come centimetri di trazione richiesta che come chilogrammi da applicare.

Tutte caratteristiche che non guastano neppure per chi vuole volare "davvero", tra parentesi.

Costoro però ricorderanno del Bomber i 48 km/h di velocità massima, l'efficienza e un pilotaggio sinuoso e gradevole.

L'invito del Bomber è di pilotare l'ala in modo attivo, situazione in cui sa di poter dare veramente il meglio.

Qui il peso del pilota contrasta la tendenza alla progressività di inserimento in virata e all'affaticamento del pilota nei voli più lunghi.

In questo modo, visto anche che l'ala è priva di problemi anche nelle manovre inusuali, si può veramente dire che ci troviamo di fronte un mezzo privo di sostanziali difetti.

Due particolarità: la possibilità di impugnare in alternativa alla classica maniglia un "bastoncino" in materiale plastico che trasmette molto più direttamente le sensazioni in volo e il cordino che corre lungo i rinforzi in mylar delle centine per ripiegare in un istante l'ala senza rovinare gli inserti stessi. Divertente, efficace, la nuova Paradelta è un'ala sicura e performante, adatta ai piloti intermedi ma utilizzabile anche da chi inizia, con l'unica accortezza di frequentare una scuola seria e di non abbandonarla prima di avere accumulato qualche decina di voli.

E' un intermedio maneggevole e sinuoso, con un ingresso in termica progressivo ma anche pronto, se si aggiunge al cocktail lo spostamento del peso.

Il Bomber eccelle nelle manovre basiche e non si scompone nella simulazione di inconvenienti e nelle manovre di perdita quota.


PARATECH P 25
Ecco un DHV 1 che strizza decisamente l'occhio ai neofiti più neo....

Che bello però, quel gonfiaggio così pulito da stupire anche chi non si aspettava certo di incontrare delle difficoltà, vista la categoria dell'ala.

In più, ci sono quei 70 cm di gioco freno che non sono certo pochi, soprattutto se si considera la progressività della trazionatura, che rende improbabile lo stallo.

Peraltro, in generale questi freni sono tutt'altro che duri nel volo in termica, consentendoci di posizionare meritatamente il P25 tra le ali con cui iniziare ma anche con cui proseguire nel proprio cammino di piloti.

Ma la vera "chicca" del P25 è decisamente rappresentata dalla virata, dotata di una buona maneggevolezza per la categoria del mezzo, accompagnata soprattutto dalla precisione e da una sensazione di controllo e di semplicità notevole.

Tali sensazioni costruiscono un "feeling" che ci accompagna nel volo in termica permettendo di affrontare le prime ascendenze senza complessi di inferiorità e senza spaventi di sorta.

Già,perchè la parola d'ordine del P 25 è ammortizzare, ammortizzare, e ancora ammortizzare!

Il più delle volte il pilota nemmeno se ne accorge, di quella turbolenza che impensierisce i suoi compagni di volo.

Il P25 è un'ala senza compromessi, con una netta propensione per il volo da parte dei piloti da scuola e dopo-scuola fino ai primi anni di volo; un mezzo supersicuro e senza difetti dalle manovre basiche a quelle inusuali.

In più è un grande ammortizzatore di turbolenze, dotato di una propensione alla stabilità sconosciuta perfino a molte delle consorelle di questa prova.

Ideale per chi non vuole rinunciare a nulla sul versante della sicurezza o per chi vuole essere autonomo dalla scuola il più presto possibile.


PRO DESIGN EFFECT
Una vela che completa una gamma, quella della Pro Design, con un mezzo intermedio che per poco non scivolava in categoria DHV 1, dimostrando la bontà della progettazione e della realizzazione di questa ala.

Bella la forma in pianta, con un profilo ed un allungamento equilibrati ed intercentine ad irrigidire il profilo alare.

L'Effect è in effetti un'ala con tutte le carte in regola per prendere le distanze dal concetto di "vela per neofiti" ed entrare nella gamma delle ali intermedie.

Può essere pilotata senza particolari difficoltà anche da piloti alle prime armi, cui però si raccomandi grande accortezza nell'uso dei comandi e di evitare il volo in turbolenza fino ad avere raggiunto la maturità... volatoria!

L'Effect consente un controllo di ala totale, con comandi non troppo lunghi e dunque estremamente sensibili ad ogni comando da parte del pilota.

Notevole inoltre la gamma di velocità che riesce a coprire: la differenza dalla velocità massima con acceleratore alla velocità di stallo (16 km/h) supera i 30 km/h, a garanzia di una sicurezza totale.

La sicurezza viene peraltro confermata dalla bontà della reazione alle chiusure e dalla trasmissione dei segnali aerologici.

La virata è istantanea al comando del pilota e caratterizzata da un'inclinazione equilibrata che consente di ottimizzare maneggevolezza e tasso di caduta nel volo in termica.

Un mezzo riuscito, dalle prestazioni elevate, ideale per piloti con almeno un annetto di esperienza alle spalle.

E' una vela che non fa compromessi e chiede saggezza al suo pilota, senza farsi ingannare dal lusinghiero DHV 1-2, che sarebbe peraltro 1 se non fosse per la chiusura frontale con acceleratore...

Le sue pricipali virtù risiedono nella gamma di velocità, nella sensazione di controllo totale che fornisce al "suo" pilota e nell'utilizzo di alcune raffinatezze costruttive.

Un piccolo neo: una certa delicatezza nello stallo di B, che può essere felicemente sostituito da un'efficace vite positiva.


SWING MISTRAL 2
52 cassoni e un gonfiaggio perfetto sono le premesse ideali per ritrovarsi in volo con sopra la testa . un'ala di cui non è difficile essere orgogliosi.

Più prestazioni e maggiore pilotabilità del Mistral 1, ma con la stessa filosofia di base improntata alla sicurezza e all'affidabilità.

Ottimale in particolare, il compromesso raggiunto tra stabilità e maneggevolezza quando i progettisti hanno deciso il dosaggio dei movimenti sugli assi.

Molto facili e sicure le manovre di perdita quota.

Qui il "power fly" è gradito ma assolutamente non indispensabile; grazie alla tranquillità di pilotaggio e alle sue prerogative il Mistral 2 fa salire molto in alto in qualunque termica degna di questo nome.

In questa circostanza non è difficile rendersi conto che siamo di fronte ad un "vero" intermedio!

Le prerogative di sicurezza del Mistral 2 consentono tuttavia il pilotaggio anche a chi inizia, con l'accortezza di non avventurarsi in termiche "sostanziose" o in turbolenza prima di un doveroso apprendistato.

Quando un'ala è bella si tende ad essere indulgenti nei giudizi, questo è vero, ma è anche bene dire che il Mistral 2 non ne ha certo bisogno.

Le aspettative di chi si aspettava un'ala all'altezza del predecessore Mistral 1 non sono state certo deluse. Siamo anzi rimasti letteralmente conquistati dall'ottimo equilibrio tra buone prestazioni, sicurezza e stabilità di pilotaggio.

E' un mezzo su cui qualunque pilota, dal neofita fino al pilota con esperienza che cerca soprattutto divertimento nel volo si ambienterà in pochi istanti, sentendo subito il Mistral 2 come la "sua" ala.


UP PULSE
La casa tedesca UP è famosa in tutto il inondo per le sue ali di sapore sportivo, dalle prestazioni mirabolanti, eppure... anche loro sanno guardare in basso, dove i comuni volatori del fine settimana inseguono termiche larghe e poco turbolente...

Ecco per tutti costoro il Pulse.

La sensazione che trasmette in volo quest'ala è molto "classica", tanto da fare quasi sembrare di avere già volato in passato con lo stesso mezzo anche al primo volo.

Va da sè che il maggior pregio è la sensazione di grande confidenza fornita da una rassicurante stabilità sugli assi e dalla sicurezza generale trasmessa dall'ala.

In virata ciò appare in modo eclatante: l'inclinazione è equilibrata, la maneggevolezza e la sensibilità sono nella media e la reazione dell'ala è appena un po' pigra ma progressiva e docile.

Il volo in termica è dunque facile anche se un po' fisico, ma certamente agevolato dalla tendenza del Pulse a risolvere da sè qualunque cosa, senza rinunciare però alla possibilità di avvisare il pilota delle sue intenzioni.

Insomma, questa UP è un'ala "intelligente", che comunica le sensazioni dell'aerologia "per conoscenza" al suo pilota, ma senza richiedergli necessariamente un intervento diretto.

Ottimo il comportamento in chiusura, con la vela che si sposta di poco anche quando viene simulata la complessa prova della chiusura del 70% dell'ala.

Siamo di fronte ad un mezzo supersicuro, superprevedibile, superclassico, certamente adatto a quel popolo di neobrevettati che apprezzano un mezzo proveniente da una casa così blasonata.

Movimenti sugli assi limitati, stabilità, sensazione di grande familiarità fanno del Pulse il mezzo ideale per una giornata turbolenta o in genere per chi non vuole problemi di nessun tipo in volo.

Pochi i difetti, ci limitiamo a citare dei wing over un po' troppo addomesticati e la necessità di braccia allenate nei voli più lunghi.


WINDTECH AMBAR
Abbiamo apprezzato il gonfiaggio e un decollo da manuale della vela della casa spagnola.

Abbiamo appurato che, nel volo lineare, l'Ambar si comporta come ogni vela iniziale che si rispetti, con 60 preziosi centimetri di gioco freno prima dello stallo e da un buon equilibrio tra stabilità sugli assi e prontezza delle reazioni al comando del pilota.

In virata, la tendenza dell'Ambar è decisamente improntata all'inclinazione.

La maggior parte delle volte, si viene talmente tentati che ci si ritrova sempre al confine, sottile, tra la virata e la spirale.

L'Ambar ha un comportamento divertentissimo e spettacolare grazie ad un'estrema sensibilità sull'asse di rollio.

Ci vuole un chirurgo, al pilotaggio però, altrimenti, complice la leggerezza dei comandi, si rischia decisamente di sprofondare nell'abisso delle proprie ambizioni di spettacolo e di brivido.

Un'emozione sicura, peraltro, visto che non c'è pericolo di negativo se non si procede con i freni davvero molto trazionati.

Il pilotaggio attivo non è richiesto sull'Ambar: i comandi bastano e avanzano.

Decisamente divertente in termica; qui il suo maggior pregio è di abbinare ad una buona stabilità generale la reazione pronta ai comandi.

Inutile dire che questa caratteristica significa in primis percepire una grande sensazione di sicurezza generale, e in secondo luogo il potere reagire in tempo utile ad eventuali turbolenze.

L'Ambar è una vela sicura, senza compromessi, dotata di una personalità tutta sua.

Il "suo" pilota usa con parsimonia i comandi e non ama le chiassose esibizioni del "power fly".

E' anche un'ala che richiede un minimo di attenzione se usata come prima vela, vista la

sensibilità sugli assi e l'attenzione che di conseguenza richiede al pilota.

Nulla che tuttavia una buona scuola non possa fornire nel corso di qualche decina di voli.

Le migliori prerogative dell'Ambar sono tutte legate all'abbinata stabilità+sensibilità di rollio.

Quindi: sicura in turbolenza, eccitantissima nei wing over, istantanea nell'innesco di virata e di vite, qualche esitazione, invece, in ingresso e uscita dallo stallo di B.


Dante Porta
Mauro Grimoldi