Gobba?.... Quale gobba?

 
Primo volo

Questa volta ce la faccio: giorno di ferie, bagordi limitati la sera prima, sveglia presto (le 10) e accurata selezione del vestiario.

E poi in marcia alla volta di Norma...km e km per scoprire...che il vento era forte per cui era necessario un riistradamento sulla A1, A24, SS5, Sublacense fino al distributore della Shell.

Alle 3 sto lì, uno sguardo all’atterraggio, e poi sù a Cervara, fino al decollo al di là di boschetto di pini.

Il vento è forte (maledizione!).

Il sole è bello e ci si rilassa sul pendio. Parte un’avanscoperta a monitorare le condizioni su un’altura poco più su a sinistra, nel frattempo arriva Stefano.

Mauri fà: "Che aspettate, qui è buono per partire!"

Grande eccitazione, movimento: preparo la vela gli imbraghi e soprattutto me stesso e mi metto in prima fila per decollare.

Esce Mauri, condizioni buone, si dirige verso l’atterraggio, aria calma ma visibilità ridottissima dovuta alla grande diffusione della luce solare sulla nebbiolina in valle: "Prendete un riferimento per il volo!" trasmette la radio.

Parte qualcuno, poi ci sono io: controlli a posto compagni solidali, vela spettacolare (un manto bianco della Ozone).

La tiro su alla francese ma è veloce, troppo e mi sorpassa, tutto giù e pronti per ritentare.

Parte qualcun altro.

Di nuovo in posizione, la vela sale mi giro e comincio a correre, perdo peso e avanzo, ma scendo un pò troppo e vedo un masso che si avvicina ai miei piedi: è un trampolino e sono in aria.

Entro nella selletta, posizione e direzione: inizia la traversata.

Lassù, se non ci fosse il contatto radio con Mauri, mi sentirei perso.

Ma avanzo piuttosto regolare, ogni tanto guardo giù e intorno a me: impressionante nel mezzo della valle attaccato a niente col vento in volto.

"Stai su un binario!" cioè la direzione è perfetta, ogni tanto qualche turbolenza mi fa oscillare nella selletta ma l’insieme è molto stabile, progredisco solcando il cielo e arrivo in alto sopra l’atterraggio.

Proviamo qualche virata, giù un comando, l’altro rilasciato e il panorama davanti a me cambia inaspettatamente, insieme alla mia inclinazione.

Altri svolazzano a debita distanza.

"90 a destra, 180 a sinistra" guardo giù e vedo il fiume Aniene, ormai abbastanza vicino.

Qualche altra manovra e mi posiziono sulla pista di atterraggio, la terra si avvicina sensibilmente, avverto la forza di gravità che mi tira giù, concentrazione, tiro progressivamente i comandi:

"Giù tutto!" giù i piedi e impatto il suolo dolcemente a piedi uniti.

Poi i miei muscoli e la mia mente cadono in un relax totale, nessun bisogno di muoversi o parlare.

Mi sgancio, il sorriso stampato in faccia e nel cuore, vado ad abbracciare Mauri, senza una parola.

Ancora ho i brividi...



Giovanni "Zap"
Allievo Pilota VDS