![]() |
Gobba?.... Quale gobba? |
|
ovvero...volo in condizioni ifr, sine aliqua instrumentationes ![]() |
O
ggi 18/03/01 alle ore 14 sono decollato dal decollo blu di Serrone. Ho veleggiato per circa un'ora, poi ho visto una grossa nube proveniente da destra; mi trovavo sopra il romitorio di S.Michele , allora ho puntato nella direzione dell'atterraggio, ma in pochi secondi non ho visto più niente. Ero stato invaso completamente dalla nube! Ho tentato di mantenere la direzione di volo per molto tempo o perlomeno credevo di mantenerla. Ho preso il microfono ed ho chiamato per radio:"Sono Pepin, ho paura, non vedo niente, che devo fare? Qualcuno mi sente?" Non ho avuto risposta... Allora la paura è aumentata ed è diventata fifa.
Mi sono venuti molti pensieri brutti: ora dove andrò a finire? Se all'improvviso mi trovassi di fronte una montagna, una roccia o un bosco, che cosa mi succederà?
Io non vedevo niente per la fitta nebbia.
Non vedevo nemmeno la vela... Pensando di essermi allontanato molto ho virato un po' a destra un po' a sinistra alla ricerca di uno spiraglio di luce. Mi sentivo come un cieco che sta guidando la macchina. Poiché non riuscivo a vedere niente avevo paura di entrare in collisione con qualche altro parapendista. Sono stato preso dal panico e i miei pensieri correvano veloci, anzi velocissimi.
Mentre ero dentro la nube i cordini, le fettucce e i moschettoni si erano tutti bagnati e l'acqua mi colava dentro le maniche del giaccone, del giubbetto e della camicia. I guanti erano intrisi d'acqua e le mani cominciavano a freddarsi. La paura aumentava sempre di più ed io ripetevo dentro di me: "Pepin stai calmo, stai calmo!" Intanto la turbolenza era diventata molto forte; venivo sbattuto da tutte le parti, avevo paura che la vela si chiudesse, allora, ho guardato la maniglia dell'emergenza per stare pronto, in caso di chiusura della vela, a tirarla immediatamente. Dopo molto tempo, circa un'ora, ho visto il terreno. Il vento si era calmato. Ho fatto le orecchie e mi sono abbassato un po' per capire dove mi trovavo e per non rientrare nella nebbia. Ho visto a destra una grossa montagna ma non ripida, sotto di me c'era un paese e giù in fondo un altro paese. Allora mi sono detto: "Questi paesi non li conosco nessuno dei due e allora Serrone dove starà? Chissà dove mi trovo?" In ogni modo mi sono tranquillizzato perché avevo riacquistato la vista, ci vedevo.
Poiché vicino al primo paese non ho visto nessun atterraggio di emergenza, mi sono diretto
verso il secondo paese. Ho guardato l'orologio, erano le 16.
Avevo i guanti tutti bagnati e le mani gelate. Mi sono tolto i guanti e mi sono asciugato alla meglio.
Dopo ha squillato di nuovo il telefonino. Ho risposto, era Isabella che mi cercava e voleva sapere dove mi trovavo.
Io le ho risposto che stavo in un prato e che a circa 100 metri c'era una strada e alla mia sinistra, c'era un paese su di una collina, ma non sapevo dove mi trovassi. Le avrei fatto sapere io più tardi.
Ho ripiegato la vela e mi stavo dirigendo verso la strada, ma mi accorsi che i guai non erano ancora finiti. "Scusi sa dirmi dove mi trovo, perché sono sceso dal cielo e mi sono perso".
Questo mi ha guardato un po' sbalordito e mi ha detto: "Questa è la strada che va da Roiate ad Affile".
Io l'ho ringraziato e lui se ne è andato. Allora ho telefonato a Isabella e le ho detto dove stavo.
Lei non conosceva questa zona e così mi ha passato Gianni.
Erano le 17. Aspetto, aspetto e dopo circa due ore vedo arrivare una macchina e dietro di questa vedo il furgone di Gianni. Finalmente mi aveva trovato...
Carico la vela sul furgone e ci dirigiamo verso Serrone.
Giuseppe [Pepin]
CONSIDERAZIONI DEL GIORNO DOPO: Peppino (Pepin) è un pilota con circa quattro anni di
esperienza di volo in parapendio e da due anni effettua voli
veleggiati (condizioni di ascendenza termica). Infine è da sfatare una credenza diffusa: all'interno della nube NON E' POSSIBILE ORIENTARSI RICONOSCENDO LA PARTE PIU' LUMINOSA (LATO SOLE). Chiunque sia stato 'dentro', ma anche chiunque sia stato dentro un bel nebbione in Val Padana, sa benissimo che non è possibile vedere alcunchè. Questa volta è andata bene e Peppino può raccontare di essere stato il primo a fare il cross Serrone/Cervara (visto che è lì vicino che è atterrato), ma considerata l'espressione che gli ho visto l'altro giorno in faccia quando, valutando se decollare in una splendida giornata di sole, ha visto comparire sopra di se un piccolo, simpatico batuffoletto humilis, credo che non ne gioirà poi molto.
cieli blu Maurizio Savino
|