Gobba?.... Quale gobba?

 
Primo volo alto






S iamo in decollo, luogo canonico che ognuno, in virtù dei propri specifici intendimenti nell'ambito dell'attività di volo libero, desidera lasciarsi alle spalle nella maniera meno cruenta possibile e, almeno all'inizio, questa è l'ottica dell'allievo.

E' il primo vero volo alto e viene considerato come un battesimo dell'aria nell'attività parapendistica. E' anche il momento della verità nel quale si scatenano emozioni, repulsioni e paure, tutte prepotentemente ed in gran disordine una sull'altra, tanto da non poter poi essere descritte in maniera altrettanto significativa.

I pensieri ti attraversano la mente con il dinamismo e la velocità di chi si trovasse ad attraversare a piedi il Grande Raccordo Anulare nell'ora di punta e nel momento di maggiore traffico; quindi, anche le domande che ti poni hanno una sequenza talmente veloce che nessuna di loro riesce mai ad afferrare una sola risposta.

"Ma guarda lì sotto che confusione, pare che non ci sia una sola cosa al suo posto, non so neanche se ci arrivo in atterraggio e già mi domando dove diavolo sta'". Ti dicono: "Vedi il campo verde sulla destra della casa ? Dopo quello marrone, prima della strada, fra i due alberi tondi e la siepe, dove c'è quell'auto bianca in sosta...." (auto che poi, regolarmente, si muove e se ne va e con lei l'unico riferimento che avevi compreso).

Già, perché io non ho mica capito dov'è che devo andare una volta in aria ed è colpa del fatto che, al primo vero volo alto, le spiegazioni e le assicurazioni sembra non bastino mai e, alla resa dei conti, resti sempre solo tu a sguazzare nel tuo pantano di dubbi e perplessità.

Ma guarda qui sotto quant'è alto; se cado durante il decollo mi faccio anche male a qualche osso!

E poi vorrei sapere come ci sono arrivato fin qui e, come se non bastasse, mi ci sono anche impegnato nel tempo per arrivare a trovarmi in bilico su questa lurida pietraia, probabilmente anche con la faccia da "lurido pentito".

Una vaga sensazione di mollezza nelle gambe e il rapido esaurimento del patrimonio salivale sopraggiungono a rafforzare in me la certezza che si sta avvicinando il grande momento, tanto atteso prima, ma che ora stimola un atteggiamento di rara vaghezza.....(faresti di tutto per andartene di lì senza essere visto).

La radio gracchia ed emette una curiosa sequenza di suoni inutili, sì perché, in quei momenti, quelli che non ti riguardano diventano tutti suoni inutili e fastidiosi.

Subito dopo qualcuno ti viene davanti e, con la scusa di effettuare nuovi e tranquillizzanti controlli pre-volo, ti costringe ad intuire il tipo ed il genere dell'ultima cosa che ha ingerito, sia essa cibo o bevanda; ci sono fragranze che non si dimenticano più !

Ti volti indietro per dare un'occhiata alla manica e vederne l'orientamento, operazione che ripeterai tante volte quanti sono i chilometri che hai percorso per raggiungere il decollo, ma quello che ti colpisce di più è quella masnada di opinionisti, animali da pendio, schierata per la circostanza dietro di te con i loro consigli, sempre gli stessi, i commenti e le ipotesi incoraggianti: "Pensa se gli si staccano i cordini" oppure "Immagina se gli si chiude la vela appena fuori dal pendio" e ancora "Certo che a sbagliare il gonfiaggio qui c'è da farsi male sul serio" e così via.

Magra consolazione pensare che, tanto, poi toccherà anche a loro.

Sei improvvisamente sorpreso dal fragore di una risata collettiva e, chiedendotene il motivo, ricordi di aver udito, appena un istante prima, la voce di qualcuno che gridava : "Facci Tarzan!"

E' così che ti appare evidente quanto gli altri non abbiano affatto compreso la drammaticità di quel tuo momento.

Ti viene chiesto di fare una "prova radio", richiesta che tu accogli con una smorfia perché sai che prelude alla partenza e tu non vorresti partire subito, anzi, non vorresti partire.

Fai di tutto per estraniarti da quella scomoda realtà e così, al fine di temporeggiare, dai il via ad una serie di rinnovati controlli, sempre gli stessi, nonché ad una sequenza di nuove interpellanze, fingendo interesse smodato per ciò che conosci già benissimo, per ciò che non ti serve e, a volte, per ciò che non ha alcuna attinenza al parapendio; i sorrisi a novanta denti sono tipici di coloro che ostentano naturalezza e, siccome l'idea ti sembra buona, anche tu tenti di sfoderarne uno...ed è una fortuna che tu non possa vederti, ma tanto, dalla faccia degli altri, qualcosa intuisci sempre, già, meglio smettere di sorridere !

Ti guardi intorno con l'aria di chi ha un mucchio di cose veramente importantissime da fare e pochissimo tempo per farle e così ottieni che gli altri, notando la tua incredibile operosità, si astengono dal sollecitare la partenza, ma dentro di te c'è una vocina coatta che ti dice : "Falla finita...subdolo schifoso"!!

Guardi verso il basso e vedi le tue scarpe, sintesi arcobalenica di pessimo gusto e dai toni tanto violenti da farle risultare inguardabili; ti ripeti che non sono le tue, tu non le metteresti mai quelle !

Guardi in alto e vedi il solito scenario di sempre con niente di diverso dal cielo azzurro con le nuvolette bianche e quell'arietta fresca che senti sul viso ti suggerisce che un'altra occhiata alla manica non sarebbe male darla.

Volgi il tuo sguardo nuovamente in basso e ritrovi quel genere di calzature che poco prima avevi rinnegato e che sono rimaste lì a testimoniare che non ti sei ancora mosso dal punto in cui ti avevano messo prima di imbragarti; d'altra parte, sei tu stesso che non intendi muoverti, almeno per il momento.

Una voce: "Quando vuoi puoi andare" e subito quasi un sussulto - ecco che ci siamo, mamma com'è alto !!

Le ultime parole di raccomandazione e poi, finalmente, ti senti arrivare lo slancio da dentro, una manifestazione irrazionale che esplode ed irrompe internamente e che ti fa muovere in avanti le gambe in perfetta e stupefacente coordinazione con il resto del corpo e con la mente.

Qualche passo in avanti in lotta con la resistenza della vela, il controllo, ancora una piccola spinta e subito un'altra dimensione e il senso di leggerezza che ti avvolge e ti induce a rilassarti anche se non vuoi. Senti le prime istruzioni per radio e il decollo è già un'azione remota nel tempo.

Sei con lo sguardo fisso all'orizzonte, quasi immobile, con i comandi ben stretti nelle mani, ma se li stringessi un po' meno loro ne sarebbero contenti e ti rendi conto che, se non fosse per la voce calma e rassicurante che senti in radio, potresti rimanere così "pietrificato" fino al momento di toccare terra nuovamente.

Guardi verso il basso, ma senza muovere troppo la testa perché non si sa mai e l'emozione sale fino a regalarti una sensazione di prepotente felicità e tante altre difficilmente descrivibili.

Vedi ogni cosa dall'alto e ti accorgi che quelle insolite calzature in primo piano ti hanno seguito in volo a testimoniare che sono inconfutabilmente le tue. Nel frattempo hai compiuto una serie di movimenti, quasi inconsciamente, seguendo le istruzioni ricevute per radio ed ora ti trovi comodamente sistemato dentro la selletta che ti avvolge in maniera rassicurante.

Dalla posizione di seduto, leggermente reclinato all'indietro, è inevitabile vedere e considerare una serie di cose inquietanti (ma ne basterebbe anche una soltanto) per le quali scenderesti subito di lì. Per prima cosa vedi i moschettoni che non ti sono mai sembrati così esili ed inaffidabili: "Si potrebbero aprire lentamente e inesorabilmente davanti ai miei occhi da un momento all'altro"!

Meglio non muoversi troppo, le sollecitazioni provocate dalla forza "peso" potrebbero essere fatali.

Meglio far finta di niente e non guardarli, potrei urtare la loro suscettibilità e poi non avrei sicuramente modo di convincerli che io non sento di meritare una fine così orrenda; avete mai provato a comunicare con un moschettone?

Siete forse mai riusciti ad intenerirlo con i vostri argomenti ? Si, meglio fingere di non averli notati e guardare altrove.....tòh, i cordini, il famoso cordino del quale si è tanto parlato.

Come ti aspetteresti che ti lasciasse, srotolandosi velocemente a mo' di matassina o trinciandosi di netto come uno che non ne può più di stare lì ?

Tranquillo pollastro, il cedimento strutturale è l'ultima fra le cause degli incidenti di volo, lo dice sempre anche il tuo istruttore, di che ti preoccupi ?

Certo che però sono sottili, terribilmente sottili e stupidi per giunta, direi anzi inconsistenti porca vacca. Bisogna essere proprio imbecilli per stare qui, appesi a questa minutaglia di sartoria, ma perché l'ho fatto ?

Però è bello quel che si prova e poi confido nel vangelico fatto che il mio istruttore non mi avrebbe mai permesso di utilizzare qualcosa di pericolosamente logoro o inaffidabile.....dai che dev'essere così !!

Meglio forse non pensare ai cordini, loro sono lì unicamente perchè ci devono essere e non andrebbero mai via senza prima salutarti educatamente.

Piuttosto, vediamo un po' questa vela, i suoi colori nel cielo, le sue forme....mamma è la fine, guarda come si muove minacciosa, come se ne va a spasso, è come se volesse stare ovunque tranne che sopra di me; vuoi vedere che me ne è capitata una difettosa ?!

La guardo ancora e questa volta con sospetto misto a terrore: "Chissà se a terra se ne sono accorti e hanno già chiamato i soccorsi".

Nella mente un solo pensiero: "Fatemi scendere di qui e subito"!

La radio gracchia ancora ed io vengo distratto dai miei pensieri e dalle mie preoccupazioni per seguire nuove istruzioni che mi riguardano e, mai come in questo preciso istante, comprendo l'importanza di ascoltare attentamente ciò che mi viene detto, dal momento che devo iniziare il circuito e lo smaltimento di quota prima dell'atterraggio.

Sto sudando freddo e mi sembra di bollire o, forse, sto bollendo alla temperatura di rugiada.

Dai mettiamoci un po' di impegno, è il momento di scuotersi e iniziare a pilotare attivamente questo "coso" o almeno provarci, prima che lui piloti me contro una meta fuori programma e quanto mai indesiderata.

Mi accorgo di quanto sia semplice, oltre che conveniente, eseguire scrupolosamente le manovre dettate da chi mi assiste da terra.

Mentre sei lì, ormai tranquillo e felice, che fai il tuo bel circuito senti una voce da terra che grida: "Aho, spegni quelle scarpe".

Ancora pochi secondi di altissima concentrazione e il lungo finale con l'allineamento, l'emozione mista a un pizzico di tipica quanto mai inutile apprensione per la velocità che aumenta rispetto al suolo, lo stallo, l'atterraggio morbido, il fruscio della vela che si raccoglie sul terreno alle tue spalle e il vociare intorno a te, tutto in rapida successione.

Una miscela di gioia e di intensa soddisfazione con una serie interminabile di altre emozioni al galoppo è ciò che senti in quel momento e, volgendo gli occhi a terra, vedi le sole cose che immediatamente ti confermano che non è stato tutto un sogno: loro sono lì, quelle insolite calzature sono sempre lì a testimoniare una volta di più che sono proprio le tue e, quindi, ti convinci del fatto che, se tu non le hai scelte, loro hanno scelto te,.....tanto vale conviverci !



Alessandro Guerrini [Bronschhh]
Pilota VDS