Gobba?.... Quale gobba?

 
Parapendio: le cose da imparare

P roprio come per ogni altra attività o disciplina sportiva, anche per il parapendio esistono dei corsi di formazione da frequentare presso scuole certificate e guidate da istruttori qualificati ad esserlo.

L'approccio con una nuova disciplina sportiva è sempre ricco di entusiasmanti rivelazioni e sorprese che ce la rendono ogni volta sempre più interessante, ma l'appetibilità di quello che ci apprestiamo a fare dipende sempre dalle nostre "prime esperienze" in merito.

Sono comunque tante le cose da imparare e da assimilare talmente bene da poterle poi praticare in piena autonomia.

Le prime nozioni che si apprendono sono, in genere, quelle che resteranno più impresse nella memoria: il decollo e l'atterraggio si fanno sempre contro vento, la pipì, invece, NO!

Chi non l'ha imparato lo imparerà prestissimo.

Il più delle volte si ha la sensazione di poter fare benissimo da soli, senza che nessun altro si intrometta con noiose considerazioni su ciò che ci accingiamo a fare per la prima volta nella nostra vita.

E' ormai assodato che una buona percentuale di allievi con bagaglio di 10/15 voli si faccia invadere dalla malsana sensazione di saper fare tutto egregiamente e molto di più: "Non sono mica stupido io, fra l'altro è così facile, tiri qui, allenti di là, ti metti così e poi, quando arrivi a terra, li tiri tutti e due insieme e il gioco è fatto, sono cose che si sanno ormai"...

E una voce fuori campo: "Chiamate l'ambulanza, intanto!"

E' straordinario come la presenza dell'istruttore possa apparire tanto determinante durante la prima fase del corso e, dopo un po', possa diventare tanto limitativa, scomoda e perfino inutile agli occhi di molti: "Adesso, per esempio, mi sto godendo questo volo che non è neanche il primo, ne ho già fatti almeno undici e c'è ancora quello che continua a dirmi dove devo andare e cosa devo fare; è quasi una mortificazione, come se non sapessi fare le cose da me, ma adesso gli faccio vedere io di cosa sono capace, altro che 90 di qua e 180 di là".

E sempre la voce fuori campo: "Ehi, chiamatene un'altra di ambulanza!"

E così, mentre gli allievi A e B si esibiscono nella loro acquisita saggezza, l'allievo C si prepara a superare i primi due, escogitando, stavolta, qualcosa che possa essere classificato come epico e che possa rimanere bene impresso nella memoria dell'istruttore (che poi gli manifesterà a viva voce la sua ammirazione), ma soprattutto in quella dei compagni di corso ed è naturale che lo faccia con particolare slancio emotivo e notevole spirito di competizione....

"Ehi, scusate ancora, ne serve una terza di ambulanza, anzi, una matrioska di ambulanze!"

Si potrebbe anche proseguire descrivendo l'atteggiamento dell'allievo D e degli altri a seguire, ma perché poi disturbare tanta gente?

Senza contare che il susseguirsi delle chiamate di soccorso potrebbe farci cambiare idea circa l'attività di volo.

Sebbene molte cose siano assolutamente intuitive, per alcuni l'apprendimento necessita di ripetute esperienze.

E' incredibile, ad esempio, come si riesca sempre ad essere nel luogo dove si trova la propria auto senza però averne le chiavi oppure averle con sé, ma ahimè, nel luogo dove non c'è la vettura: è sempre esilarante.

E' altresì incredibile come recinti, linee elettriche e/o telefoniche, rovi e piante possano costituire, per alcuni, un polo d'attrazione irresistibile, una vera leccornia, più della Nutella, più della maionese, ma forse anche più di tutte e due insieme.

E' ancora incredibile che qualcuno, atterrato col vento a favore, si rialzi in una nuvola di polvere e venga verso di te ciondoloni, con la vela in spalla e un pavido sorriso sulle labbra esclamando: "Non me ne fono accorto, fennò farei atterrato in fenfo contrario" (le "s" sono sparite simultaneamente alla sparizione di qualche dente "strategico" nell'impatto col suolo)....

"Ehi ragazzi, per caso c'è un odontotecnico fra voi? Dai su, anche un veterinario va benissimo lo stesso!"

Quante cose incredibili eh?

Le cose da imparare sono sempre tante ed è bene avere spesso la sensazione di non conoscerle mai tutte.

Ma l'istruttore?

Questa figura dalla forma imperturbabile, a volte "mamma" altre "arciere di fuoco", cosa penserà l'istruttore di tutto questo, quali potranno mai essere le sue considerazioni didattiche e non sull'apprendimento ed i suoi molteplici, emblematici approcci, sempre nuovi, così diversi ogni volta e tanto sorprendenti da stupirlo e, a volte, coglierlo impreparato anche dopo anni di intensa attività?

Sono certo che, se intervistato, avrebbe molto da dirci circa gli effetti di certe genesi, pur avendo rinunciato a trovarne i perché.

Un giorno gli ho sentito dire: "Quando seguo un allievo in volo il rovo è l'ultimo dei miei problemi".

Che avesse veramente ragione?

...."Ehi ragazzi, c'è qualcuno fra voi provvisto di decespugliatore? Anche un machete va bene lo stesso, mi raccomando, salvate la vela!"



Alessandro Guerrini [Bronschhh]
Pilota VDS