Racconti di volo  e dintorni



Qualcuno ha visto una termica?
14 07 2004




Il vento pulsa sul mio viso a ritmi regolari, lasciando tra un ciclo e l'altro attimi di silenzio, il sole è alto e le montagne intorno sono colorate dall'ombra dei bianchi batuffoli. Lo schiocco della manica a vento mi risveglia da quel momento e mi ricorda che sono li per volare, per trasformare il bello in magnifico.

Dietro di me c'è la mia sacca, appoggiata su un fianco che mi chiede di essere aperta, ma non mi và di partire ed aspetto che qualcuno parta.

Arrivano gli altri e piano piano il decollo si colora di espressioni, di sacche,di prove radio e risate.

MammaMauri via radio dice che è bbono che oramai abbiamo digerito e che possiamo fare il bagno.

Piano piano iniziamo a partire tutti, le vele in aria danzano tra bolle e discendenze, ognuno cerca, annusa e scruta l'aria in cerca delle famigerate termiche girando tutto il girabile discendenze incluse.

Si accende la luce nella mia testa e mi preparo. Sono imbracato, faccio gli ultimi controlli, ascolto il vento in stereo sulle orecchie aspettando il respiro giusto che mi porterà in volo e in un'attimo sono fuori.

Come le altre mattine sono li a ripetere quella manovra che è l'unica cosa uguale di questa bella storia che è il volare.

Tutti i sensi sono in cerca di aria che sale, non ho mai girato una termica fino in fondo, e la voglia è tanta, la vela picchia, a quanto pare è vicina, anzi deve essere li ed infatti eccola arrivare, tutto accelera come se il cilcista che muove lo sfondo del palco avesse accelerato il passo, la fortuna è con me (qualcuno la chiamerebbe in un'altro modo) e la centro in pieno, la vela spancia, mollo un pò per tenerla su di me e mi rimetto in pressione, salgo, salgo, le parole di Adri che il giorno prima sotto la quercia mi diceva "USA LA FORZAAA" (emm... quella era un'altra storia), "quando la prendiii aspetta a girarla!" mi risuonano in testa, eccola,sta finendo, dentro il peso e spingo sulla sella con la gamba, giù il comando ed inizio a girare, il vento mi scarroccia ed allora cerco di chiudere la virata il prima possibile, non voglio uscire, mi aggrappo stile willy il coyote con le unghie alle pareti di quel tubo invisibile che mi porta su, ad ogni giro il decollo diventa più piccolo, sempre più piccolo troppo piccolo, sopra di me non ci sono coperchi ad arrestare la mia salita, continuo a salire e a rendermi conto che sto facendo bene, piano piano l'intensità diminuisce e mi ritrovo come un pesce rosso a sguazzare sullo zampillo di una fontana, non salgo più ma rimango li, sostenuto dall'aria, tutto fortunatamente è morbido.

Sono alto come non lo sono mai stato, dopo aver girato la mia prima termica, urlo via radio qualcosa di simile ad un "CHE FICOOO!!!" e sento voci amiche mi fanno capire che non sto sognando, che è tutto vero. Da lassù quel mondo che di solito ti inghiotte sembra sorridere come se mi stesse prendendo in giro.

Canto canzoni che non conosco e urlo al mondo la mia Gioia, la nostra Gioia, Gioia dei Marsi.


Testo di:
alessio
pilota V.D.S.

Foto di:

mm°
istruttore V.D.S.