Racconti di volo  e dintorni



Wish I were there...
01 06 2004



[tornando a casa]


Il cellulare squilla e il nome di ruspa lampeggia allegro sul display multicolore.

Sto in ufficio, sono le ore nonso di un giorno qualunque di maggio e fuori il sole comincia a dire finalmente la sua.

La voce che risponde al mio "aoooh!" non è quella del gemello ma di colui che, senza l'ausilio di spacciatore alcuno, ha provato ad insegnarmi a volare.

"A Polentaaaa!" è l'unica cosa che capisco, ed il resto della conversazione si basa su presupposizioni derivanti dall'interpretazione di mozziconi di parole che il gestore arancione mi regala.

Il succo è cmq questo: si torna dalla migliore esperienza che un viaggio in questa stagione possa regalare e la voglia realizzare un minestrone di emozioni è troppo forte.

Ci si organizza per scrivere un insieme di pezzi e si contatta colui che è stato rimpianto da tutti i bar e le pasticcerie dell'isola per una specie di wish I were there...

Ed eccomi qua a dovervi raccontare le loro emozioni.

La prima cosa che mi è venuta in mente appena finita la telfonata, è stato il cappellotto introduttivo di Trainspotting.

Lo ho rapportato alla mia situazione e mi è venuto da sorridere.

C'è anche da dire che una parte dei soldi che ho speso sono stati destinati a svaghi che mi impedissero di fare la fine di Fiattu'... cmq al tirar delle somme, il mio corpo con loro non si è potuto aggregare.

Rimane allora un coacervo (bello questo eh?) di emozioni indelebili dentro di me da sovrapporre a quelle fresche pitturate dentro chi è appena tornato.

Immagino le loro facce incredule e beate mentre il rombante furgone di Adriano li porta in giro per campagne rigogliose, la sensazione di volare in posti sempre nuovi e di cibarsi di cose che sono sempre dannatamente buone.

La sensazione di trovarsi sperduti nel mondo dei balocchi del parapendio.

Lo stress della città disintegrato a scalpellate.

Il mare, le colline, i cannoli e le siciliane.

Il maestro che ascolta rumori alla cuffia e litiga con tutti i ristoratori e il buon ruspa che ti insegna in 3 voli + di quello che hai imparato in 50.

Immagino tutte queste cose perchè le ho vissute e so cosa significano e che non si possono raccontare...

In attesa che si riapra un altro dei meravigliosi teatri del nostro generazione di emozioni nel parco Marsicano, vi pongo un quesito inquietante: ma dite la verità, un pò... vi sono mancato?

baci a tutte



Testo di:
Marco [polenta]
pilota V.D.S.