Non è mia intenzione far retorica, scusatemi quindi se dovessi darne l'impressione, ma sinceramente
sento l'esigenza di ringraziarvi e non essendomi preparato il discorso prima, ve lo scrivo dopo.
Penso che la vita sia fatta di tanti traguardi che ognuno di noi si pone di volta in volta.
L'età e la continua metamorfosi del nostro crescere aggiunge sempre più difficoltà
tanto a porsi quanto a realizzare i propri sogni.
Molti li abbandoniamo sul nascere con quel realismo che pian piano diventa sempre più una palla al
piede.
Molti li abbandoniamo in corsa aggiungendo nuovi parametri a quello che continuiamo a definire
realismo.
Ma i sogni veri, quei pochi per i quali rifiutiamo qualsiasi analisi di obiettività, per i quali
non c'è realismo che conti, per i quali non c'è un "...ma falla finita !" che ti sfiori lontanamente,
quando si avverano, bhè, quando si realizzano.......
Il brevetto non era il mio vero sogno, quello vero è ed è sempre stato volare.
Un sogno realizzato in 15 metri di stacchetto a macere in un pomeriggio al tramonto, un momento che
rimarrà impresso per sempre nitido, come fosse ieri, nella mia memoria.
E' quel momento così grande nel quale un sogno passa dalla tua mente alla tua vita, da:
"Lo posso fare" a "L'ho fatto".
Un momento che rivivi quasi completamente ("quasi" per la tensione) al tuo primo volo alto e che
continui ad alimentare via via con il primo atterraggio non assistito, con le prime orecchie,
con la prima termicuccia, il primo volo che dura un po' di più,il primo top...
Sensazioni che condividi spesso con i tuoi compagni di corso, quelli che poi stanno vivendo con te
lo stesso sogno.
Il brevetto l'ho vissuto come un punto di demarcazione tra l'apprendimento delle basi che ti
permetteranno di continuare a vivere il tuo sogno ed il futuro dove l'esperienza crescerà con il
tempo se quelle basi le terrai sempre lì vicino a te e non ti azzarderai mai a chiamarle
"roba da polli".
E' questo che mi obbliga a ringraziare in particolare Maurizio, non perché ci insegna come decollare,
come volare, come atterrare o altro, certo anche per questo, ma in realtà lo ringrazio per quella
sana tensione che mi accompagna nell'affrontare ogni aspetto del volo.
Quell'attenzione, quella concentrazione che non manca mai di sottolineare in qualsiasi
momento e per la quale è pronto a mangiarti vivo qualora disattendi.
Per quel continuo "non sottovalutate", "non dimenticate", la "sicurezza del volo" posta
come base in ogni suo insegnamento, grazie.
Grazie ai miei genitori per avermi dato la possibilità di vivere questa mia vita.
Grazie a mia moglie per continuare a darmi questa possibilità, ancor oggi, nonostante le
tremende difficoltà che trova spesso nel non riuscire a condividere certe mie passioni.
Grazie a Bomarzo che mi ha permesso di conoscere questo mondo dè matti.
Grazie a Maurì per l'ennesima festa spettacolare ed in anticipo per la prossima rateizzazione.
Grazie a Danilo per la tenacia.
Grazie a Medardo per avermelo dato.....il brevetto ! E per averglielo tolto.....il microfono !
Grazie a Paolo per il biglietto (P.S. Al gate mi dicono che è falso !)
Grazie a Pepin, effigie del sogno che non ha età.
Grazie a quel Francese che l'ha inventato.
Grazie a tutti i meteorologi decisi a cambiare mestiere.
Grazie e complimenti a tutti quelli del mio corso per le emozioni condivise.
Grazie di cuore a tutti Noi per ciò che siamo e grazie se non lo chiamiamo "Sport estremo".
Grazie, ma domani chi viene a volà ?
Emilio "Lampadina"
Pilota VDS
[nonna papera: prima uscita in volo]
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HANGAAAAAAAR!
Il panzone che usava affacciarsi dal balcone su piazza Venezia aveva,
tra le altre mirabolanti iniziative, introdotto un nuovo calendario,
riferito alla nascita della magnifica era che ha così brillantemente
caratterizzato la storia del nostro paese per 20 radiosi anni!!!
Il movimento parapendista, non volendo essere da meno, ha introdotto un
proprio calendario che scandisce il passare delle stagioni attraverso
gli incontri di massa dei propri TENDATI (derivazione diretta dei
camerati di cui sopra)...
Prima, il monumentale "Gioia 2002, The Summer Party!", nel quale sono
chiamate a raccolta tutte le italiche milizie e le legioni straniere e
dove fasci pecoreschi di arrosticini caratterizzano la serata insieme
alle note musiche di regime...
Segue il "Piccoletta's Day", che rende onore a colei che,
con la sua presenza, allieta vista e morale delle
truppe intente ad affrontare gli impervi scontri col primo volo, con la
francese (ahhh! maledetti nemici del regime) che si apre sempre storta,
col dio ventoinculo in decollo (che è sempre una riuscita metafora
della vita) e in generale con la consapevolezza che il distintivo di
pollo ti rimarrà addosso a vita...
Ed infine "Hangar 02, The Caldarrosta Party!".
La celebrazione dell'estate passata e del freddaccio maledetto
che è alle porte.
Aquino, meandri di Cassino, dopo aver attraversato i binari del treno e
seguito le fiaccole, mi ritrovo in una strada che pure il mostro di
Rostock avrebbe avuto paura a percorrere di notte...
Pochi metri e poi sulla sinistra un varco, dei rumori, delle luci... ma qui?
In mezzo al NULLA?
Sì! Allora siamo proprio noi!!
La valente cartina di Ruspa, che è riuscita a non far perdere neanche me, d'altronde,
non lascia dubbi.
Entro e trovo un parcheggiatore d'eccezione che somiglia tanto a Pepin!!
Il monovolume rosso ciliegia che mi accompagna fedelmente trova posto
accanto al grande ed immancabile fuoco.
Vicino c'è un prato gigante che porta alla pista.
Intorno, il miscuglio strano tra la sensazione di abbandono di cui ormai si è intriso il posto
e l'addobbo di luci e suoni e colori che lo porta a rivivere (mmm... mi ricorda qualcosa).
L'aeropoto Lazzaro riprende una sua dignità!
Scendo e una botta di umidità mi investe ed avvolge tipo i piranas di Verdone... vado subito
a scacciarla di fronte al fuoco.
Scorgo una coppia storica di grandi amici che molti vorrebbero etichettare come fidanzati:
comincia il festival dei saluti.
Mi ritrovo possessore di un piattone di pasta fumante, che contrasta con le mani gelate e che
il mio cervello immagina depositata al più presto al fido amico stomaco.. mentre espleto
l'operazione (e mi accorgo di quanto sia buona la pasta!), comincio a
rendermi conto della situazione: l'HANGAR è una bomba carta, pronta ad
esplodere, la calma prima della tempesta è centellinata dagli eventi
tipici delle NOSTRE feste.
Ci si incontra si mangia e si fa una buona
base alcoolica.. bisogna essere pronti!
Ultimo atto e ciliegina sulla torta: la consegna attestati!
Un evento unico come il primo volo, la prima canna, la prima chiatta, il primo
cannolo siciliano, il primo bagno a mare dopo l'inverno, il primo
concerto dei Cure... puoi rifarle tante altre volte, ma la prima volta è
unica come la consegna del brevetto.
Un rito che è sempre uguale a se
stesso perchè DEVE esserlo.
Una cerimonia essenziale che il buon
presidente svolge come se non avesse fatto altro nella vita (...)
sostenuto da una valletta un po' timida e impacciata ma che ha retto
bene la scena...
Finito un delirio, ne comincia un altro, la consacrazione del wattaggio,
delle luci e del fumo sapor fragola.
Per quelli che se la sono persa:
da fuori l'hangar fumava come se fosse stato incendiato, le luci gli
davano ogni secondo una dimensione diversa del suo essere.
Dentro la postazione dj, eretta sopra il cannone di un camioncino per il soccorso antincendio,
un gioco di luci ottenuto posizionandole nei posti piu' strampalati e
remoti e un aereo da turismo a riposo, che emanava fumo per ballare e
sulla cui ala si servivano cose da bere in quantità... insomma una
situazione "MOLTO ORIGINALE".
L'ultima cosa che ricordo lucidamente (...) sono i festeggiati (Ruspa,
Crosta, Lemon, PDO) che spengono le candeline, una crostona
di pane con la nutella e le favolose caldarroste che ci stavano proprio
tutte!!!
Poi offuscamento fino alla luce calda del giorno dopo.
Ho dormito in macchina.
Avevo portato la tenda e avevo PROVATO a portare un amico che si sarebbe divertito un mondo.
Non ho montato la tenda...
Esco dalla macchina e dall'imbottitura dei miei 2 sacchi a pelo e
scorgo i reduci con l'espressione solita del post festa.
Cercano di riacquistare un calore umano e le loro facce sono
inequivocabili!
Il maestro ha il solito sorriso che contrasta una
faccia che in realtà implora un letto, per ninnare oltre ogni desiderio.
Si piegano tende si rimette a riposo l'hangar e si va a volare...
Ho creduto fino a poco fa che la condizione di domenica non fosse buona
e che il fatto che TUTTI siamo andati giu' a sasso derivasse dalla meteo.
Invece il maestro stamattina ha voluto rasserenarmi ed illuminarmi
dicendomi che: "...Se poteva volà benissimo. Certo non era facile, ma voi
siete una massa de pippe..."
E domani si ricomincia in attesa del prossimo evento del calendario.
Marco "Polenta"
Pilota VDS
p.s. OVVIAMENTE, un bacione alla Cico che ha fatto la preziosa e non è
voluta venire per forza.
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