Racconti di volo  e dintorni



Dio, e lo zainetto di Mafalda
aggiornato il 18 04 2008





Dicembre 2007
La parola Natale per me è stata sempre vuota di significato, fin da piccolissima, quando dal letto dello stanzone (che evito di chiamare "camerata" solo per una questione di principio...) del collegio in cui mi trovavo, continuavo a domandarmi perché tanti bambini si trovassero li, se è vero che esiste Dio. Sono sempre stata un po' Mafalda della situazione di fronte a chi mi dava l'impressione di avere la verità in tasca, soprattutto quando ai miei quesiti sulla religione mi sentivo rispondere: "Nessuno lo sa, é un mistero! Un dogma, bisogna avere fede!"... Beh! Io in quel luogo, in cui le principali attività delle educatrici erano l'assoggettazione e la spersonalizzazione dell'individuo, sono riuscita a sopravvivere avendo fede solo in me stessa e nei miei compagni di sventura, ripetendomi che un giorno mi sarebbero spuntate due ali che mi avrebbero permesso di superare la grande recinzione che costeggiava il giardino dell'istituto. Nelle mie fantasie mi trasformavo in farfalla, coccinella, colomba...
Sono diventata grande e raggiunta la maggiore età ho potuto varcare quel recinto senza bisogno di ali, ma a volte ho l'impressione di vederlo ancora intorno a me, alto e insormontabile, oggi come allora.
E come allora, mi ripeto che arriverà il giorno in cui mi staccherò dal suolo e supererò finalmente la grande recinzione in cui per anni mi sono sentita confinata. Solo che nelle mie fantasie, oggi, le mie ali hanno una forma diversa, meno romantica di quelle che immaginavo da bambina e quel giorno, il giorno in cui mi librerò in volo, mi sembra molto più vicino.
P.S. (citazione) "Le bambine buone vanno in Paradiso, quelle cattive vanno Ovunque"

Febbraio 2008
E così quel momento a lungo atteso, tante e tante volte sognato ad occhi aperti nelle sue migliaia di possibili forme, è giunto in una tiepida domenica di fine febbraio.
Lo sguardo fisso. Di fronte a me si erge imponente per l'ultima volta il muro della mia "prigione". Un respiro profondo e poi di corsa verso la libertà.
Pochi attimi di incertezza che mi sarebbero potuti costare caro.
Il muro è scomparso. Al suo posto un cielo pulito a far da cornice ad una grande sfera di fuoco. Inspiro profondamente e l'aria ha un profumo che non avevo mai respirato prima. Il fruscio del vento giunge alle mie orecchie come un canto soave, la migliore melodia mai composta prima.
I sensi, tutti, si inebriano di emozioni nuove, fortissime. Mi sento leggera, liberata dal peso di antiche tensioni e paure recondite. So di essere goffa nel mio volo incerto e scoordinato, un pinguino che tenta di solcare il cielo... un volo che ha poco a che vedere con quello di farfalle, coccinelle, colombe... Forse perchè tra me e l'azzurro del cielo ho l'impressione che ci sia soltanto una voce... Una voce che per ora è diventata le mie ali..... il nodo che stringeva la mia gola è ora sciolto e appena i miei piedi toccano di nuovo il suolo mi volto a guardare indietro e la prima parola che pronuncio è : "Grazie......"



Testo di:
Sabrina "zainetto"
allieva pilota V.D.S.