Racconti di volo  e dintorni



La mia prima SAT
13 04 2007


[acrominator, la sciabola di gründhammer...]


Questa incredibile manovra mi aveva sempre appassionato fin dagli esordi della sua apparizione quando il bravissimo Raul Rodriguez che l’aveva inventata ci mostrava attraverso esecuzioni mozzafiato la sua incredibile spettacolarità. A dire il vero ne ero anche spaventato. La centrifuga generata è notevole e sbagliare l’entrata o l’uscita son dolori. Infatti l’entrata ha un punto esatto di innesco e anticiparlo o posticiparlo porta ad entrare in altre configurazioni non molto piacevoli.

Succede che un mio ex allievo molto bravo e motivato decide di fare un corso SIV sul Garda sotto la supervisione di Michael Nesler. Per la cronaca Nesler oltre ad essere uno dei più abili disegnatori di profili alari a livello mondiale è anche un acrobata da levarsi tanto di cappello, ed è, insieme alla sua compagna Gudrun, test pilot del DHV.
Decido di andare anch’io a quel corso. Noi istruttori, a volte, per il solo fatto di essere tali pensiamo di aver imparato tutto. Invece non è così. L’evoluzione è continua e bisogna stare al passo con le nuove tecniche. C’è sempre qualcosa di nuovo da imparare per poi poterlo trasmettere ai nostri ragazzi. Quindi ogni tanto bisogna ridimensionarsi e rimettersi in discussione se vogliamo continuare a crescere e progredire come professionisti.
Arriviamo sul Garda in giugno. Il posto (Malcesine) è semplicemente fantastico. Vado a visitare il decollo: un prato immenso (con mucche mangiaparapendii comprese) dove potrebbero decollare 100 persone simultaneamente. La vista è stupenda ed il sapere che tra poche ore sarei decollato da quel luogo mi dava un’emozione quasi tangibile.
Incontro Nesler. L’avevo già conosciuto in passato ad un corso istruttori (lui era relatore) ma era stata una conoscenza fugace.
Il personaggio è un sacramento alto 1.90 che parla con una voce con uno strano accento e con una cadenza che agisce sulle menti da tranquillante. Subito chiarisce che se non mi vede fare stalli e uscite da negativo fatte come Cristo comanda ...col cavolo che mi fa fare la SAT. Bene, apprezzo la sua serietà... era proprio quello che cercavo. Non è merce facile da trovare oggigiorno.
Primo volo, decollo, ho anni di esperienza dietro le spalle ma ho il cuore in gola. Arrivo sulla verticale del centro lago. Il lago che è enorme da 1500 metri sembra una misera pozzanghera. C’è un traghetto sotto di me di quelli che portano decine di turisti e da quassù sembra poco più di una barchetta a remi. Arriva la voce di Nesler nell’auricolare “direzione sud”, mi fa mettere contro vento. Io sono un personaggio molto pratico e sto molto coi piedi per terra (si fa per dire) ma quella voce strana, lenta, cadenzata ha il potere magico di calmarmi e di darmi determinazione e sicurezza. Dopo qualche frontalone esagerato fatto coi comandi agganciati e le bretelle “A” tirate a “bestia” l’omone mi fa fare uno stallo trattenuto, esco, altro stallo e ancora un altro. Ho altezza da vendere e sotto di me c’è un gommone con tre esperti a bordo pronti in caso di caduta in acqua a recuperarmi. Dopo i full stall Nesler vuole vedere i negativi (quelli veri non gli stalli asimmetrici che spesso vengono spacciati per negativi). Va bene lo faccio, negativo trattenuto per circa tre giri completi poi la vite negativa rallenta e via, uscita in stallo di comandi. Bella roba. Non l’avevo mai fatto. Non avevo mai osato in precedenza a fare oltre un giro di negativo. Bella cosa. E quanta esperienza acquisita. Si continua così per tutto il giorno e dopo ripetute salite in funivia e nuovi salti Nesler si convince che il nostro gruppo può permettersi qualcosa di più: la SAT.

Non sto nella pelle il sapere che l’indomani avrei fatto quella manovra. L’ho studiata per mesi. Ho visto 100 filmati della manovra. Ho studiato la dinamica della Sat nei minimi dettagli ma solo ora capisco che ero mille miglia lontano dall’immaginarmi cosa in realtà sia la manovra.

Ci avviamo in decollo e da istruttore mi aspettavo che Nesler ci facesse una “capa tanta” con la descrizione della manovra ed invece niente, chiama la Gudrun e questa in due parole e l’aiuto di un simulatore ci spiega l’esecuzione. Vado in volo e sono contrariato. Io ad un mio allievo lo avrei ammazzato dalle spiegazioni tecniche se avessi dovuto spiegarli la SAT e loro invece niente due paroline e VAI. Durante il volo e l’avvicinamento alla verticale del lago ero aggredito da innumerevoli dubbi. E una vocina all’orecchio sussurrava: "ma chi te lo fa fare". Niente. Arrivo sulla verticale altissimo. Il gommone di soccorso gironzola sotto di me e la sua vista è rassicurante. Entra in radio quella solita “voce camomilla” “Ok Mirco direzione sud se mi senti fai le orecchie”. Faccio le orecchie ed ancora quella voce... quella voce ha il potere di darmi energia, grinta e determinazione. Se me lo avessero raccontato non ci avrei creduto non sono certo un mistico e credo solo a quello che tocco con mano (purtroppo).
Mi fa entrare in vite positiva e ad un preciso momento quando la vela ha quella esatta energia e quella esatta inclinazione Nesler scocca un secco: "ORA... VAI!".
Non perdo un millisecondo siamo in gioco e allora giochiamo. Un ritardo o un anticipo della manovra potrebbero portarmi ad entrare in altra configurazione e dover poi fare uno stallo totale per resettare il tutto.
La sensazione è di quelle che non hai mai vissuto. Sto girando violentemente di schiena la pressione che esercito sulle bretelle esterne è forte quasi mi piega il braccio ma devo mantenere assolutamente il peso spostato dalla parte opposta. E’ semplicemente ...incredibile sono in SAT ...al primo tentativo. Pochi giri e Nesler mi fa uscire: vuole che controlli immediatamente la vela non c’è tempo per autocomplimentarsi. La vela esce violenta ma pulita. In pratica come un’uscita da una vite positiva tirata. Ho appena il tempo di rincalzarmi nella selletta e subito sento la voce: direzione sud... subito... ancora SAT. E via altra entrata in SAT e poi ancora un'altra. La quota di sicurezza non manca certo. Nell’ultima SAT rimango come attaccato al comando continuando a spingere sugli elevatori... che succede? ...non voglio uscire ...è troppo bello. Entra in radio la voce di Nesler che probabilmente capendo il fiume di adrenalina che mi si sta agitando in corpo interviene tra il divertito e l’ironico dicendo: “Bene Mirco ora mi sembra il caso di uscire”. Rientro in me. Esco dalla figura con oltre 200 metri sul lago e mi dirigo verso il piccolo atterraggio di Malcesine.
Sono in uno stato di beatitudine. E’ incredibile da descrivere. Va vissuto. Mille parole scritte col massimo della cura non basterebbero a descrivere nemmeno in minima parte le senzazioni che sto provando. Atterro. Cammino su quella piccola lingua di prato che è l’atterraggio e mi sembra di levitare sul terreno. Ho voglia di saltare e di urlare. Ma non posso sono un istruttore da tanti anni e mi devo dare contegno. Ma chi lo dice? Mi lascio andare caccio un urlone e lancio il casco, vado da Nesler, lo abbraccerei per quello che ha saputo farmi fare e per la gioia interna che mi scaturisce da tutti i pori. Mi contengo ancora una volta. Gli do una strettona di mano cercando con quel gesto di fargli capire quanto gli sono grato. Ora sono rovinato. I miei sensi, che avevo pensato dopo tanti anni di volo fossero appagati, si sono risvegliati in un nuovo entusiasmo che mai avrei creduto di poter rinnovare. Ora ho nuovi stimoli e tanta voglia di imparare e di crescere. In pratica sono andato di fuori. Ma che bello!
Finisco queste righe, che avrebbero dovuto essere due righe ed invece mi sono fatto prendere la mano (anzi la penna) ed è uscita una specie di Divina Commedia, dicendo che nonostante l’entusiamo che traspare dal mio scritto non bisogna farsi prendere la mano. Non si scherza con l’Acro. Ci vuole pazienza, preparazione e tanta cenere sulla testa per poterla fare. E in assoluto è necessaria la presenza di persone ultra qualificate come ho avuto la fortuna di avere io che ti assistono in ogni fase di avanzamento con serietà, competenza e, perché no, anche con tanta amicizia.

Approfitto di questo spazio per ringraziare di cuore l’amico Nesler e la sua compagna Gudrun per quello che hanno saputo insegnarmi e trasmettermi. Da questa esperienza che sicuramente continuerà nel tempo ho tratto un grande insegnamento che certamente mi aiuterà ad essere un istruttore migliore.



Testo di:
mirco bardelli
istruttore V.D.S.
allievo acro

Foto di:
luca zappi
pilota V.D.S.