Racconti di volo  e dintorni



Alla faccia della sklerosi
23 06 2006


[ciaoèdàrio!]


Primo volo, alla faccia della sklerosi.
Dopo essermi iscritto ad un corso di parapendio, aver imparato a gonfiare e mettere dritta la vela in posizione giusta, è giunto il momento di spiccare il volo.
Per spiccare il volo ci vogliono almeno 20 km orari di velocità quindi bisogna correre.
Si può correre con la sklerosi? Pensavo fosse difficile erano lustri che non ci provavo ebbene ci sono riuscito.
Una volta decollati per rimanere in volo occorre una quota da spendere. Il parapendio plana perdendo circa un metro al secondo, quindi per rimanere in volo due minuti, occorrono almeno 100 metri di quota.
Nel campo scuola c’è una montagna ma non c’è l’ascensore, quindi bisogna andare su a piedi.
Ho la sklerosi, qualche chilo di troppo (88 kg) ed in più bisogna portarsi sulle spalle il parapendio, la sella, l’imbracatura, il paracadute d’emergenza, per un peso al decollo di 115 kg da portare su per la montagna!
Impresa ardua ma non mi arrendo.
Oggi è una giornata splendida e con il vento giusto si può correre meno.
Ho preso un altimetro/variometro, serve a misurare la quota in modo preciso, segna anche i metri.
Gli altri allievi affrontano la montagna nel punto più duro, io ho capito subito che devo girarle intorno e salire lentamente.
Guardo l'altimetro per sapere quanti metri salgo.
Dopo un dislivello di 15 metri mi devo fermare, con il fiatone, per riacquistare energia.
Una sosta di 5 minuti, poi altri 15 metri di dislivello.
Con questa tecnica in 50 minuti riesco a scalare li 100 metri della montagna e portarmi sulla cima.
Apro la vela sistemo tutti i cordini l’imbracatura, sono pronto a decollare.
Ho la radio con cui mi tengo in contatto con l’istruttore, domando il permesso al decollo. Permesso accordato.
Una breve corsa, l’ala si distende e sono in volo.
Il sogno d’Icaro si è avverato, volo nel silenzio più assoluto, con i comandi posso girare, andare più veloce, rallentare; mi sento padrone della situazione. Cento metri sotto di me vedo il punto dove dovrò atterrare, come sono in alto! Un lieve sibilo del vento sotto il casco mi ricorda che ho anche una velocità.
L'istruttore mi vede, dalla radio mi dice per filo e per segno tutto quello che devo fare. Non posso sbagliare.
Dopo avere planato felice, mi metto in rotta d’atterraggio, una manovra perfetta che mi permette di rimanere in piedi.
Vige una regola tra gli allievi, quando si spicca il primo volo si paga da bere, farò di meglio, domani porterò la mia famosa torta di mele da dividere con tutti.

Testo di:
Anarchia
Pilota V.D.S.