Racconti di volo  e dintorni



Serrone, sabato 10 ottobre 2004
15 10 2004


Un giorno come un altro, ne' bello ne' brutto, con questo cielo un po' traslucido e appannato da scirocco, l'aria strana e sottotono da perturbazione annunciata. Niente di speciale, tutto incerto. Non so perche', non ci speravo troppo. Forse perche' era uno di quei giorni in cui ci si prova, con ottime probabilita' di prendere buca. Forse perche' dopo due mesi senza aprire la vela, se le aspettative fossero state alte, la delusione sarebbe stata cocente.

Quindi sono arrivata in atterraggio tranquilla, priva della solita emozione esagitata, forse un po' stordita dal viaggio, un po' inebetita, forse solo felice di contemplare l'irrealta' di trovarmi catapultata li' in una situazione quasi surreale, di rivedere la tribu' sentendomi come un ologramma.

Tornare al decollo basso di Serrone, dopo la manifestazione di luglio, 5 bellissimi voli in due giorni, un po' mi ha fatto battere il cuore. O forse è stata la sensazione immediata e senza filtri della manica a vento girata nel verso giusto, a risvegliarmi dal torpore. Era buono, un po' forte ma buono. Allora ho capito, ed è stata come un'illuminazione, un grande regalo, il desiderio più nascosto che sta per realizzarsi, la bella chimera che immagini per un tempo immemore e di colpo, senza preavviso, diventa realtà.

E' stato un momento molto particolare del mio film personale, e si è esteso in eterno. In quell'istante infinito, c'è stata per me la possibilità -che sempre vorremmo, ma che non esiste- di rivedere tutti gli istanti di un passato non troppo lontano, nitido e rimpianto, in una vetrina, potendoli anche toccare con mano.

A quel punto ho aperto la vela, con l'emozione di un bambino che a una certa età acquisisce la consapevolezza che la sera del 24 dicembre costituisce il preludio ai regali, e che il 25 mattina apre i pacchetti con la gioia frenetica che solo un'attesa consapevole può dare. Mi sono imbracata, ho fatto i controlli, lentamente, con calma, a pregustarmi il volo che ormai sapevo, ci sarebbe stato. Il decollo è stato un attimo, mm° ha fatto tutto e io guardavo, senza il minimo sforzo…. ed ero per aria, ero in Italia, ero a Serrone, a contatto con il cielo, stavo volando e stavo tornando, tenevo i comandi e la mia vita per mano, riprendevo contatto con il tutto e con me stessa, mi sentivo di colpo come mischiata con il liquido amniotico del grembo materno. In una sensazione di un'intensità sconcertante, il tempo si è fuso nel presente come risucchiato in un buco nero: di colpo non c'erano più il passato, il futuro, le aspettative, le speranze, le distanze, gli affetti, il divenire, il cambiamento, c'era solo una entità viva e pulsante in mezzo ad altre entità vive e pulsanti, c'erano migliaia di dimensioni, tutte accessibili, c'era la vita allo stato puro. C'era la cristallizzazione concreta dei desideri atavici di un'esistenza, il ritrovamento di un'energia primaria, la consapevolezza di un momento di felicità pura.

Con la dolce sensazione di tepore che ti dà stare nelle braccia di chi già ti conosce, e l'immenso piacere di poter stare in silenzio senza imbarazzi, mi sono riappropriata del costone di Serrone, così familiare e accogliente, con i suoi alberi, i suoi sentieri, i suoi declivi e le sue asperità, in totale armonia con il mondo. Per la prima volta, mi sono sentita un'entità volante, ho capito un po' meglio, dall'esterno, la mia identità di pilota.

Sabato 10 ottobre, dopo un lungo, eterno volo intercontinentale di oltre dieci ore, con un volo sono finalmente tornata a casa.


Testo di:
smr
pilota V.D.S.