Per volare in sicurezza



Termica di sottovento
Sulle nostre regioni, l'esempio classico della termica di sottovento è quello dei pendii esposti a Sud quando spira il vento da Nord .

L'aria che ristagna alla base della montagna sottovento ad essa acquista, tramite il sole che la scalda, una grande energia. Questa massa d'aria continua a scaldarsi e ad espandersi fino a quando raggiunge una differenza di temperatura con l'aria circostante sufficiente a vincere la naturale viscosità che la farebbe aderire al suolo. A quel punto esplode la bomba: la termica di sottovento.

Oltre alla differenza di temperatura, un innesco relativamente più morbido per le nostre termiche di sottovento può essere fornito dai rotori presenti sottovento agli ostacoli.

Il movimento rotatorio dell'aria sottovento agli ostacoli può infatti recidere la massa d'aria (potenziale termica) alla base, permettendogli di partire verso l'alto. Questo genere di termica si può trovare anche sottovento ad ostacoli più limitati, quali una serie di alberi o di case. In genere la potenza di queste termiche è minore rispetto a quelle che si trovano sottovento ai costoni.

E' chiaro che per la loro stessa natura le termiche di sottovento sono molto turbolente, piccole, pulsanti e "irriverenti". Perchè irriverenti? Perchè a distanza di dieci metri una dall'altra può succedere di veder schizzare un parapendio verso l'alto a +5, mentre l'altro sprofonda in un desolante -5. E quando con un lampo di genio vi spostate sotto l'amico che sale, vi accorgete che la bolla è già finita e rimanete in compagnia del vostro -5! Questo può succedere anche con le termiche normali, ma con le termiche di sottovento è un classico.

Va da sè che per sfruttare le termiche di sottovento bisogna avere una certa esperienza di pilotaggio, nonchè una certa fiducia nella propria vela. E' infatti in queste termiche che a causa del brusco cambiamento di intensità e direzione del vento si verificano le più grosse chiusure in parapendio ed i tumbling in deltaplano. Questi fattacci avvengono in genere all'uscita da termiche piuttosto violente; per prevenirli, l'aerodinamica ci insegna che bisogna dare velocità, ma mentre nel delta ciò è possibile, nel parapendio non lo è altrettanto! Il parapendio non ha infatti una gamma di velocità tale da poter evitare lo stallo dinamico. Oltre a questo, essendo un'ala floscia tenderà, all'uscita dalla termica a freni rilasciati per dare velocità, a chiudere il bordo d'attacco.
Cosa bisogna fare allora all'uscita da termiche piuttosto violente? Come al solito la verità sta nel mezzo; all'uscita da una termica forte conviene frenare la vela tenendo la massima velocità compatibile con la struttura del mezzo.

Certe termiche di sottovento sono così violente a brevi che possono essere sfruttate tirando i freni al 60-70%, salendo diritti senza girare. E' comunque una manovra da evitare assolutamente se si è vicini al terreno, in quanto se la bolla in ascesa dovesse fermarsi lo stallo è assicurato! Conoscendo bene la propria vela e avendo una buona sensibilità di pilotaggio si potranno evitare conseguenze spiacevoli; in caso di dubbio è però sempre meglio lasciar perdere. Il sistema migliore per sfruttare le termiche di sottovento è girarle con la massima velocità possibile, compatibilmente con un tasso di caduta accettabile. Bisogna praticamente riuscire a sfruttare l'aumento di carico alare dato dall'energia centrifuga che si crea girando in maniera corretta, riuscendo a trovare il miglior compromesso tra un 360° e una vite.

Meglio si riuscirà a centrare la termica e meno si sarà sottoposti alla turbolenza, che è sempre presente e a maggior ragione nelle termiche di sottovento.

Sicuramente da evitare è il decollo in presenza di termiche di sottovento. A parte la violenza della termica, a sconsigliare la partenza è la constatazione che non siamo in grado di valutare quanto la stessa durerà. Al decollo siamo molto vulnerabili con i nostri mezzi e una chiusura a 10-20 metri dal suolo non sempre è recuperabile. E' inoltre facile in decollo confondere la termica di sottovento con il rotore che si forma sottovento all'ostacolo o alla cresta della montagna.

Per distinguere il rotore dalla termica ci sono due modi.
Innanzitutto ci si basa sulla temperatura; il rotore avrà circa la stessa temperatura dell'aria circostante, mentre la termica avrà una temperatura più alta rispetto all'aria circostante. Il secondo modo è quello di osservare il terreno sotto il decollo; in genere la termica di sottovento comincia a far muovere l'aria o gli alberi parecchio sotto sul pendio per poi salire violentemente.
Il rotore invece in genere sconvolge una porzione di terreno molto più limitata, non interessando la parte bassa del pendio.
In definitiva, la termica di sottovento può essere paragonata ad una bella donna: può farti andare in Paradiso ma anche farti molto soffrire!
E' importante arrivare alle termiche di sottovento ben preparati, per poter essere sempre padroni della situazione e non farsi sballottare come dei sacchi di patate. Personalmente, quando non riesco a controllare al cento per cento la vela, lascio perdere; ci sono dei limiti e vanno rispettati!