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a prova in volo di un paracadute che è in produzione già da due anni, può sembrare superata,
ma è giustificata da tre motivi fondamentali: innanzitutto, al momento della sua apparizione
sul mercato, la nostra rivista non si occupava ancora di prove in volo di paracadute da pendio,
in secondo luogo, il Broken Wind è, a tutt'oggi, uno degli attrezzi più diffusi nelle scuole
di volo e, infine, essendo stata una delle ali più vendute nel nostro paese ed essendo ancora
in produzione, è una presenza concreta nel mercato dell'usato.
Ci sembra giusto quindi, che i nostri lettori meno esperti e da poco tempo inseriti nel mondo
dei parapendio, possano conoscere le caratteristiche tecniche e le prestazioni di questo modello,
che è stato più volte modificato nei dettagli e nei materiali, al fine di migliorarne la qualità
e le prestazioni.
Giunti sul campo di volo ed estratto l'attrezzo dalla sua sacca (molto valida dal punto di vista
estetico, ma non altrettanto da quello funzionale), prepariamo con facilità il parapendio che
presenta, nella taglia media, 10 cassoni molto grandi e divisi in due parti ciascuno.
Disteso sull'estradosso, appare nella caratteristica forma rettangolare molto allungata con
codino ampio e centrale, tipico delle ali progettate nel 1988.
Curiosa la caratteristica di avere l'ultimo semicassone laterale con il bordo d'attacco chiuso
che, a detta dei costruttore, facilita il gonfiaggio (non sempre brillantissimo) dei Broken.
Ottima, in questa ultima serie, la scelta dei materiali sia per la vela che per le funi in
kevlar rincalzato.
Inconsueta, ma buona dal punto di vista pratico, la lunghezza delle bretelle che permette di
montare una coppia di maniglie che fungono da acceleratori: se trazionate, conferiscono un
assetto più picchiato al paracadute.
Discutibile invece, la presenza di una coppia di anelli sulle bretelle posteriori che consente
al cavo dei freno di agire, nella prima parte della sua corsa, da variatore di assetto della
semiala corrispondente.
Infatti, facendo passare il filo dei freno all'interno dei due anellini metallici, si può
ottenere una specie di carrucola che, durante la trazione sul comando, accorcia l'elevatore
posteriore variando l'inclinazione di tutta la parte di vela che va dal secondo ordine di
funi al bordo d'uscita.
Con tale accorgimento, si migliora il tasso di caduta, soprattutto in curva, ma si aumentano
di molto la durezza dei comandi ed i tempi di inversione di rollio, inoltre si ottiene una
anormale usura del cavo del freno a causa dell'attrito di questo sui menzionati anelli metallici.
Personalmente ritengo inutile questa complicazione su di un'ala da scuola , ma in fondo, due anelli
di metallo non danno un gran fastidio ed offrono pur sempre una possibilità di scelta in più.
Preparando la vela per il decollo, è preferibile disporla ad arco per permettere un più facile gonfiaggio
dei cassoni centrali.
Sufficiente, con questo accorgimento, la velocità e la facilità di gonfiaggio (i cassoni laterali
tendono a rimanere sgonfi ma non pregiudicano comunque la riuscita dei decollo), ottima la velocità
con cui la vela sale sulla testa dei pilota e la facilità con cui la si può controllare, a patto di
agire con decisione sui freni per evitare che cada in avanti.
Facile il decollo anche per i meno esperti e buona la maneggevolezza in volo, a parte la già citata
inerzia in inversione di rollio che, comunque, non guasta in un'ala dedicata ai "polli".
A causa del discreto allungamento e della particolare forma molto rettangolare, il Broken tende
a muoversi con caratteristico movimento a fisarmonica nelle condizioni di volo più turbolente dove,
sovente, le estremità laterali tendono ad effettuare delle piccole chiusure che peraltro non
vengono avvertite dal pilota se non sottoforma di rumore secco, simile ad uno schiocco di spinnaker.
Anche se maltrattata, chiusa o pilotata in maniera completamente assente, la Broken Wind sa
riprendersi autonomamente dalle configurazioni più inusuali e dalle chiusure più violente.
Lo stallo, molto prevedibile e lungo ad arrivare, si manifesta in maniera abbastanza secca e
decisa, caratteristica questa che, abbinata al tasso di caduta non proprio eccezionale, rende
questa vela facile in atterraggio ma inferiore ad altre sue concorrenti dirette.
Discreta la gamma di velocità reale molto vicina a quella dichiarata dal costruttore; notevole
la capacità di sopportare senza gravi conseguenze pesi maggiori o minori di quelli consigliati.
Le caratteristiche sin qui elencate, abbinate alla lunghezza delle funi (poco più di 4 metri),
fanno di questo Paradelta un ottimo paracadute da usare con gli sci.
Molto interessante la possibilità di avere (con un modesto sovrapprezzo) lo zip che permette
di diminuire o aumentare la superficie velica (un cassone), trasformando un 10 cassoni in un
11 o viceversa (c'è anche la taglia 8/9).
Fastidiosa la presenza dei velcro per gli acceleratori sulle bretelle anteriori che finisce per
attaccarsi ad ogni tipo di erba presente in decollo ed agli elevatori stessi.
Anche per il Broken, come per tutta la produzione Paradelta, c'è la possibilità di montare funi
di sospensione in kevlar annegato in una guaina di materiale plastico, permettendo una riduzione
della resistenza parassita e guadagnando in velocità.
Decisamente concorrenziale il prezzo, buona la rivendibilità di questo attrezzo sul mercato italiano.
Concludiamo questa prova ricordando che tutti i rivenditori autorizzati Paradelta, forniscono
nel prezzo un ottimo seggiolino di costruzione "Dimensione Volo" o Yoody Valley Model".
Per ulteriori informazioni: Paradelta, Via Quasimodo 3 - Parma - Tel. 0521 994630.
Broken Wind 8/9
9 10 11 10/11
Superficie
18/20 20 22 24 22/24
Apertura 6,8/7,6
7,6 8,2 9 8,2/9
Allung. 2,7/2,8
2,8 3 3,1 3/3,1
Cassoni
8/9 9
10 11 11/12
Peso
3,9 3,8 3,9 4,1 4,2
Peso Pilota 45/70 50/70 58/73 73/90 65/90
Prezzo 2.000 2.200 2.300 2.450 2.600 £ x 1000
Certificaz. x x
SHV DHV DHV DHV
Fabrizio Bruno