Per volare in sicurezza.




Acro Freestyle (dicembre 1993)

Dalla giovane casa trentina, sempre più affermata sul mercato italiano e orientata a soluzioni tecniche decisamente innovative, ecco la nuova versione della vela "base", aggiornata tecnicamente e dalla nuova soluzione grafica.

La sacca
Anche per l'Acro la Freestyle si è fatta realizzare da una nota ditta che fabbrica accessori per parapendio la sacca personalizzata. E' comoda e sufficientemente spaziosa sia per contenere la vela che la selletta, anche se con protezione dorsale.

La vela
Come tutte le vele prodotte dalla Freestyle anche l'Acro è caratterizzato da un elevato allungamento, rispetto alla classe d'appartenenza.
Altra prerogativa sono le aperture valvolate sull'estradosso, che interessano la parte centrale dell'ala, posizionate tra la fila B e la C dei cordini.
L'Acro è di forma ellittica, piuttosto rastremata a cominciare già dalla parte centrale.
Monocolore l'estradosso e bianco l'intradosso, dove campeggiano due quadrati colorati con effetto "ombra" nero, caratteristica grafica che distingue anche tutti gli altri modelli della casa italiana.
Le bocche hanno forma rettangolare, tutte aperte con altezza che varia dai 18 cm del centro ai 10 delle estremità; gli ultimi due cassoni sono chiusi completamente.
Il bordo d'attacco è irrigidito da un inserto in mylard sulle centine, mentre tutt'intorno il perimetro dell'ala è rinforzato da una nastratura a doppia cucitura.
Due piccoli stabilo triangolari alle estremità.

Il fascio funicolare e le bretelle
Dalle 4 bretelle partono un totale di 22 cordini (5 dai fasci A, B e C e 7 dalla bretella D), che vanno a diramarsi fino ad avere 80 punti di aggancio per ogni semiala, divisi su cinque file, che diventano 4 e poi 3 man mano che si va dal centro alle estremità.
Le funi in kevlar sono tenute ferme nel maillon da una copertura in plastica trasparente che fa da protezione al moschettone e da un piccolo elastico; sono agganciate alla vela mediante nodo su fettuccia in punti di aggancio irrobustiti da inserto in mylard nella cucitura.
Vi è un sistema acceleratore a pedana che aziona dapprima la bretella A, poi la B ed infine la C, con una corsa piuttosto limitata. Non ci sembra dei meglio riusciti ed anche i risultati in volo non sono dei migliori.
Il freno agisce sul bordo d'uscita in 16 punti, che coprono l'intera semiala, ad eccezione di circa tre metri al centro.
La maniglia è di dimensioni sufficienti, con un buon irrigidimento, ma manca di carrucola di scorrimento del cordino.

IN VOLO

Gonfiaggio e decollo
Il gonfiaggio non presenta difficoltà e non richiede particolari accortezze nella preparazione a terra della vela; vi consigliamo comunque, visto il notevole valore d'allungamento, di predisporla a terra a ventaglio, evitando in tal modo che i laterali superino il centrale dell'ala in caso di gonfiaggio non ben riuscito, o di non omogeneità nella trazione delle bretelle.
Anche con trazionamenti in fase di decollo piuttosto energici, la tendenza della vela a superare il pilota si è presentata in forma molto contenuta e facilmente controllabile.
Il decollo grazie alle buone prestazioni della vela è rapido anche in totale assenza di vento e di pendio poco scosceso, senza bisogno di elevate corse di spinta.

Volo lineare
Il comportamento in volo dell'Acro è buono, molto stabile e privo di anomalie di rollio o beccheggio; la velocità è buona ed anche il tasso di caduta è decisamente contenuto, conferendo in tal modo all'Acro delle prestazione d'efficienza di tutto rispetto, anche se confrontate con vele di classe superiore.
L'azionamento della pedana è piuttosto pesante ed il risultato ottenuto è di scarsa entità (aumento di solo 3 Km/h); il tasso di caduta risente solo marginalmente della pressione della pedana e il comportamento della vela anche a pedana completamente premuta resta più che stabile, senza presentare alcuna tendenza alla chiusura del bordo d'attacco.

Virata
L'Acro ha bisogno di una notevole escursione del comando per eseguire virate strette; i comandi, morbidi nella prima fase, diventano man mano più pesanti con l'aumentare della trazione.
Ciò permette al pilota anche inesperto di ben modulare l'azione sul freno e di controllare il raggio di rotazione, ma può mettere in difficolta chi predilige comandi più leggeri e sensibili.
Nel complesso la maneggevolezza è buona e si possono ottenere virate stette e con un buon tasso di caduta.

Atterraggio
Il contenuto tasso di caduta e le basse velocità ben tollerate dalla vela permettono di eseguire atterraggi morbidi anche senza vento, non richiedendo particolari tecniche o attenzioni.
La tendenza dell'Acro ad eseguire virate piatte anche se strette permette di accedere ad atterraggi angusti senza particolari difficoltà.

Volo in termica
Solitamente l'elevato allungamento e la facilità di pilotaggio mal si adattano alla maneggevolezza di una vela, ma va detto che sull'Acro si è raggiunto un buon equilibrio.
Trazionando il comando con andamento regolare e senza improvvisi affondi si eseguono virate sufficientemente strette con tassi di caduta contenutissimi, permettendo in tal modo di sfruttare anche le termiche più piccole o deboli; non è difficile vedere piloti anche con media esperienza al comando di un Acro ben figurare nel confronto con mezzi di classe superiore.

Stallo paracadutale
Manovra difficile da innescare se non volutamente; l'aumento della pesantezza dei comandi con l'aumentare della trazione degli stessi avvisano per tempo il pilota della situazione anomala che si sta verificando.
Una volta innescato lo stallo paracadutale con l'affondo graduale e lento dei comandi, basterà rilasciare un paco gli stessi per tornare rapidamente in situazione di volo lineare.

Stallo di "B"
Trazionando le bretelle B si ottiene inizialmente un contenuto abbattimento posteriore, dopo di che la vela si stabilizza sulla verticale del pilota; a questo punto aumentando la trazione delle bretelle si controlla l'aumento del tasso di caduta.
Al rilascio delle bretelle - anche se molto lentamente fino all'ultimo - la vela torna rapidamente in situazione di volo lineare senza alcuna tendenza allo stallo paracadutale.

Vite
Dopo una prima inerzia nell'inclinarsi, già dal secondo giro la vite è pienamente innescata, anche senza particolari accorgimenti iniziali. La forza centrifuga generata è sufficientemente alta ed il tasso di caduta aumenta considerevolmente.
Il rientro dalla vite non presenta problemi: può essere effettuato sia con una lieve trazione del comando opposto ed il successivo rilascio del comando precedentemente trazionato, oppure rilasciando lentamente il freno che aveva generato la vite; la pendolata che se ne ottiene è comunque contenuta.

Orecchie
Trazionando due o tre cordini della fila A si ottiene la chiusura dei laterali.
Nessuna difficoltà anche se i cordini sono mediamente duri.
La riapertura è pressochè automatica e solo occasionalmente occorre l'intervento del pilota per riaprire gli estremi laterali dell'ala.

Chiusura asimmetrica
In caso di chiusure asimmetriche, da noi solo simulate dato che non si sono mai verificate spontaneamente durante tutti i nostri voli di prova, la vela solo dopo alcuni secondi ha la tendenza ad entrare gradualmente in rotazione. Anche con chiusure di notevole entità non si raggiunge mai un comportamento violento ed il controllo risulta molto facile: basta una lieve trazione del comando opposto per ottenere l'immediato rientro in corretta direzione di volo.
Già in tale situazione l'Acro si riapre spontaneamente anche senza alcuna trazione del comando della semiala chiusa, anche se un aiuto con una trazione costante del freno aiuta la riapertura.

Chiusura simmetrica
Le chiusure simmetriche sono state da noi simulate con difficoltà vista la discreta pesantezza delle bretelle A e la tendenza dell'Acro a rimanere aperto.
Per poter chiudere l'intero bordo d'attacco occorre imprimere una decisa trazione sulle bretelle anteriori, praticamente appendendocisi; la riapertura è immediata anche senza il minimo intervento del pilota.

La nostra impressione
L'Acro nel complesso ci ha fatto una buona impressione. E' sufficientemente prestante per essere una vela orientata ad una fascia di piloti novizi o comunque di non grande esperienza; il comportamento in volo anche in situazione di turbolenza e la progressività dei comandi permettono un pilotaggio abbastanza facile.
Possiamo affermare che l'Acro ben si presenta come vela iniziale, anche se le elevate prestazioni in relazione alla classe d'appartenenza richiedono una certa dimestichezza con il volo per poterla governare in condizioni di forte ascendenza o in atterraggi angusti.
Anche se la vela non presenta comportamenti anomali, vi consigliamo di volarla solo con sellette controventate.

Tutto omologazione
L'Acro ha ottenuto l'omologazione SHV in tutte le taglie, con 10 manovre classificate in classe A e 2 in classe B.

IN.... e OUT...
(+) Prestazioni
(+) Grafica
(+) Gonfiaggio
(-) Scarsa velocità di punta
(-) Bretelle un po' troppo morbide
(-) Inerzia nella prima fase di virata